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La situazione a Gaza:
gli aggiornamenti di EMERGENCY

La situazione a Gaza è drammatica.

Il nostro staff nella Striscia continua a rispondere agli innumerevoli bisogni sanitari della popolazione, tramite la nostra clinica di salute primaria ad al-Qarara e le attività di supporto all’Ambulatorio di al-Mawasi.

Nelle nostre strutture assistiamo ogni giorno centinaia di pazienti, e constatiamo l’aggravarsi della situazione sanitaria giorno dopo giorno.

In questa pagina puoi approfondire il lavoro di EMERGENCY nella Striscia di Gaza: leggi tutti gli aggiornamenti dal nostro staff.

19 Settembre 2025 | La fuga da Gaza City: tutte le difficoltà dello sfollamento

“Fuggendo da Gaza City, le persone hanno smontato e caricato infissi e porte, per rivenderli al mercato come legna da ardere. Sanno che in quelle case non faranno più ritorno.

Nella Striscia, centinaia di migliaia di persone sono in movimento, ma quasi il 90% del territorio è zona militare: non ci sono luoghi sicuri dove dirigersi, né denaro sufficiente per affrontare il viaggio.

Secondo i dati delle Nazioni Unite, oggi lo spazio abitativo disponibile a persona è di soli 0.5 metri quadrati, ben al di sotto dei 3.5 metri quadrati previsti dagli standard umanitari minimi per un riparo adeguato.

In alcuni casi, scappare diventa praticamente impossibile.

 

16 Settembre 2025 | Gaza sta bruciando.

La popolazione rimasta a Gaza City è intrappolata tra bombe e distruzione.

Senza cibo, acqua e riparo, la popolazione in fuga è allo stremo. Non c’è nessun luogo sicuro per chi cerca di sopravvivere.

Presidente Meloni, Governo italiano: avete il dovere di fermare questa catastrofe.
AGITE ORA!

29 Agosto 2025

Deir al-Balah: bombardata la casa adiacente alla nosta guest-house

Stanotte alle 1.40 italiane a Deir al-Balah, zona al Centro della Striscia di Gaza, è stata bombardata una casa abitata da una famiglia di almeno 6 persone. A pochi metri dalla guest-house di EMERGENCY.

Ci sono vittime ma non sappiamo con certezza quante.

“Siamo stati svegliati improvvisamente da un forte boato dovuto al bombardamento della casa adiacente alla nostra. Per quello che sappiamo, ci abitava una famiglia con quattro bambini, ma non conosciamo il reale numero delle vittime perché abbiamo solo visto le ambulanze portarli via. I bombardamenti sono andati avanti per tutta la notte e sono diminuiti solo da poco”, racconta Francesco Sacchi, Capo progetto di EMERGENCY nella Striscia.

Al momento il nostro staff sta provvedendo a rimuovere le macerie cadute durante il bombardamento nell’ingresso esterno, che stanno bloccando l’uscita di veicoli e persone.

“Non abbiamo ricevuto dalle autorità nessun avviso dell’imminente attacco. Nessuno è al sicuro all’interno della Striscia di Gaza. Continuiamo a chiediamo il rispetto dei civili e un cessate il fuoco definitivo.”

25 Agosto 2025

“I nostri colleghi gazawi stanno scomparendo sotto i nostri occhi”

“A., infermiere gazawi di 23 anni, mi ha raccontato com’era Gaza prima. Eravamo seduti, a un certo punto si è messo a saltellare, dicendomi che era bellissima. Mi ha mostrato le foto del giorno della sua laurea: una sala piena, con tutta la sua famiglia e i suoi amici. Tutti infermieri neolaureati. Mi ha detto che metà di loro, ora, non ci sono più.”

Il pensiero di Amanda Prezioso — infermiera del nostro progetto nella Striscia, tornata da poco in Italia — è ancora lì: con i volti smagriti, i vestiti troppo abbondanti, i nostri colleghi sanitari e non sanitari a Gaza con cui lavoriamo ogni giorno.

“I nostri colleghi gazawi stanno scomparendo sotto i nostri occhi. Ogni tanto si siedono, hanno lo sguardo nel vuoto, giramenti di testa, si muovono lentamente. Vivono in tenda, non sempre riescono a raggiungere la clinica. Si ammalano.”

La debolezza profonda provocata dalla malnutrizione, la paura di morire, di perdere all’improvviso uno o più familiari sfollati da tempo, la continua preoccupazione per il futuro dei propri figli. Siamo testimoni ogni giorno degli effetti che la tragedia umanitaria di Gaza infligge anche alle operatrici e agli operatori umanitari gazawi che hanno scelto di prendersi cura della loro gente.

23 Agosto 2025

“Nella Striscia i civili sono stipati in zone sempre più sovraffollate”

“Le persone resteranno in ‘zona rossa’ anche a costo della vita, non sanno più dove andare.”

Dopo l’ordine del governo israeliano di espugnare Gaza City, migliaia di civili sono costretti a spostarsi di nuovo. Gran parte della popolazione è già sfollata, e le zone non interessate dalle operazioni, come le aree costiere, sono già sovraffollate.

Le condizioni di vita delle famiglie sono al limite, mentre le vie di fuga all’interno della Striscia si riducono ogni giorno di più.

ASCOLTA l’aggiornamento di Raffaela Baiocchi, nostra ginecologa e coordinatrice medica nella Striscia.

21 Agosto 2025

Sfollamento forzato da Gaza City: la testimonianza di Francesco Sacchi

“Da giorni vediamo l’insediamento di nuove tende nell’area costiera di Deir al-Balah. L’invasione di Gaza City sta riportando qui tante persone che durante la tregua erano tornate al Nord. Ma non tutte. Molte famiglie sono estenuate dai continui spostamenti forzati e affronteranno il rischio di non rispettare l’ordine di evacuazione.”
Da Gaza, il nostro capo progetto Francesco racconta la situazione.

Il piano israeliano ha come prerogativa uno sfollamento forzato di massa da Gaza City. Significa costringere per l’ennesima volta migliaia di persone a muoversi, cercare un posto dove accamparsi in zone già sovraffollate con uno spazio vitale sempre più ristretto per i civili.

Tante famiglie saranno costrette a ignorare gli ordini di evacuazione, estenuate da questi due anni di guerra.
Tra bombe, fame, mancanza di acqua e continui spostamenti forzati centinaia di migliaia di persone cercano di sopravvivere ogni giorno da quasi due anni.

Serve fermare questa catastrofe.

18 Agosto 2025

Un anno nella Striscia di Gaza

Bombardamenti, fame, ordini di evacuazione, condizioni di sopravvivenza proibitive, violazioni di diritti umani, continui sfollamenti.

In un anno di presenza a Gaza, abbiamo continuato a testimoniare l’escalation del disastro umanitario e l’impatto devastante sulla popolazione civile palestinese, sempre più stremata e senza un accesso adeguato a cibo, acqua, medicinali, ripari sicuri per soddisfare i bisogni più basilari.
Delle oltre 11.000 persone che fino a oggi hanno ricevuto cure nella nostra clinica nella Striscia, la metà sono bambini.

CESSATE IL FUOCO. ORA.

 

 

4 Agosto 2025

Sopravvivere giorno dopo giorno

#Gaza “Come affrontano tutto questo? Cercando di arrivare al giorno dopo”.

Chiediamo l’ingresso e la distribuzione degli aiuti umanitari ORA!

 

31 Luglio 2025

“Il lancio degli aiuti dagli aerei è una strategia fallimentare”

Il lancio degli aiuti dagli aerei è una strategia fallimentare: non garantisce l’accesso al cibo e ai beni essenziali per la sopravvivenza, è pericoloso, calpesta la dignità di chi dovrebbe riceverli.

“Alcuni pacchi paracadutati cadono in mare. Altri sopra le tende degli sfollati, provocando morti e feriti”, ci racconta il nostro team dalla Striscia.

Anche gli aiuti forniti via terra sono insufficienti e le distribuzioni della Gaza Humanitarian Foundation finiscono spesso nel sangue. In soli due mesi, sono già oltre 1.000 i palestinesi morti mentre cercavano di ricevere aiuti indispensabili alla sopravvivenza.

Chiediamo l’ingresso immediato degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e la loro distribuzione equa al più presto.

30 Luglio 2025

Fame a Gaza: La testimonianza di Raffaela Baiocchi

“La fame a Gaza è insostenibile. Una bambina di 9 anni arrivata in clinica pesava appena 16 chili. Vedo ogni giorno con i miei occhi la popolazione che si sta consumando.”

A Gaza, gli aiuti che nelle ultime ore hanno superato i valichi di ingresso dopo mesi di blocco non potranno sanare gli effetti profondi della privazione prolungata di cibo e acqua. La catastrofe umanitaria in atto lascerà ferite profonde nella popolazione, per questo la priorità assoluta è garantire cibo sano e nutriente in modo sicuro, senza pause e a sufficienza per tutti e tutte.

Nella nostra clinica a Gaza distribuiamo alimenti terapeutici pronti all’uso ai bambini tra i 6 mesi e i 5 anni. Vediamo circa 60 bambini a settimana, facciamo screening e controlli continui per valutare le condizioni prima e dopo l’assunzione della terapia.

Solo a luglio, nella Striscia sono morte 63 persone a causa della fame. 24 erano bambini sotto i cinque anni.

Mesi ininterrotti di digiuno e alimentazione scarsa e inadeguata hanno creato conseguenze irreversibili sullo sviluppo fisico e cognitivo di molti bambini, soprattutto quelli con meno di due anni. Per crescere in modo sano, i più piccoli avrebbero bisogno di proteine e grassi sani per costruire i mattoni del proprio corpo, compreso il cervello. Qui, però, manca tutto.

 

22 Luglio 2025

Il lavoro umanitario è essenziale e non può essere rallentato

Nel momento di massimo bisogno per Gaza, è inaccettabile che il lavoro delle organizzazioni umanitarie sia impedito dai bombardamenti.

Il 20 luglio, l’ordine che ha colpito Deir al-Balah ha costretto alla fuga tra le 50.000 e le 80.000 persone. Parte del nostro staff non riesce a raggiungere le cliniche: le strade sono pericolose a causa delle operazioni militari dell’esercito israeliano.

Oggi, quasi l’87% della Striscia è già stata sottoposta a ordini di evacuazione. A causa dei continui ordini di evacuazione, i civili sono ammassati in aree che rappresentano appena il 12% del territorio.

Lo spazio vitale si riduce ogni giorno: migliaia di famiglie, già stremate da fame, sete e sfollamenti, sono costrette a spostarsi con pochissimo preavviso, a volte una manciata di minuti.

La popolazione ha bisogno urgente di tutto: cibo, cure, acqua. Non può essere ignorata.
Il lavoro umanitario è essenziale e non può essere rallentato.
Fermate il fuoco. Fermate quest’orrore.

21 Luglio 2025

Gaza: il racconto dello staff di EMERGENCY da Deir al-Balah

“Per tutta la notte è stato un susseguirsi di bombardamenti, esplosioni, suoni di elicotteri che si avvicinavano, raffiche di armi automatiche, droni”.

Dopo l’ordine di evacuazione di ieri nei confronti di Deir al-Balah e l’inizio delle operazioni militari, l’operatività delle cliniche che gestiamo nella Striscia ha subìto ripercussioni: continuano ad accogliere pazienti, ma con personale ridotto poiché parte dello staff non può uscire di casa per raggiungerle. Altri colleghi stanno evacuando, costretti scappare con le loro famiglie.

I bisogni sono enormi e servirebbe tutto lo staff disponibile per assistere al meglio la popolazione.

Ancora una volta assistiamo a un attacco violentissimo contro la popolazione civile e a un ennesimo duro colpo all’aiuto umanitario. Per questo, ancora una volta, chiediamo al governo italiano, con forza, di fare pressione sul governo israeliano: serve un cessate il fuoco immediato, serve garantire l’assistenza umanitaria alla popolazione.

15 Luglio 2025

Gaza ha fame | la storia di H.

La mattina dell’incidente, H. era accanto alla madre, in fila con centinaia di altre persone intorno a uno dei pochi punti di distribuzione del cibo rimasti a Gaza.

“Chi arriva prima cerca di non perdere la posizione; chi arriva dopo cerca di farsi spazio per non restare senza nulla”, ci raccontano i pazienti della nostra clinica. Anche mettere insieme un pasto al giorno, nella Striscia, è sempre più difficile. E, tante volte, pericoloso.

H. teneva una mano stretta in quella di sua madre. Con l’altra, teneva la sua scodella vuota. Mentre aspettava è stato travolto dalla folla e ha urtato uno dei pentoloni bollenti. È arrivato da noi con un’ustione di secondo grado sul petto.

Mentre lo medicavamo, siamo riusciti a distrarlo qualche minuto grazie a un guanto trasformato in un palloncino.

Le condizioni igieniche precarie del campo sfollati dove vive e la disponibilità irrisoria di acqua, spesso contaminata, esponevano la sua ferita a rischi di infezione. Abbiamo dato alla madre le indicazioni necessarie a proteggere la ferita anche in un contesto così difficile e abbiamo rivisto H. regolarmente. Ora sta meglio.

H. è vittima della fame causata dal blocco disumano degli aiuti umanitari fermi ai confini. Sono oltre 70.000 i casi di malnutrizione acuta o severa diagnosticati tra i bambini e le bambine nella Striscia, secondo le Nazioni Unite.

Tutta Gaza ha fame: la situazione è insostenibile.

11 Luglio 2025

Gaza: la testimonianza di Alessandro Migliorati sul bombardamento a Deir al-Balah

“Bambini colpiti mentre aspettavano di ricevere cibo terapeutico. È un orrore nell’orrore.”

Alessandro Migliorati, il nostro capo progetto a Gaza, commenta l’attacco che ieri ha coinvolto in maggioranza bambini, in fila con le loro madri davanti a un centro di distribuzione di trattamenti per malnutriti a Deir al-Balah.

“Negli ultimi giorni nella Striscia i bombardamenti si sono intensificati, e così le vittime civili. Chiediamo con forza un cessate il fuoco permanente e l’ingresso degli aiuti umanitari.”

10 luglio 2025

Gaza senz’acqua: i numeri della crisi idrica e l’impatto sulla salute

“Solo il 10% della popolazione della Striscia ha accesso ad acqua pulita. La disponibilità media è di appena 3 litri a persona al giorno, molti sono costretti a scegliere se bere, cucinare o lavarsi.”

A Gaza gli acquedotti sono stati distrutti dalle bombe e con la mancanza di carburante i desalinizzatori di acqua ancora in piedi non possono entrare in funzione per trasformare l’acqua marina in acqua potabile.

“Alcune famiglie si ingegnano come possono per depurarla in autonomia, spesso però si ritrovano a bere acqua salata o contaminata, con gravi conseguenze per la salute. 1 litro di acqua dolce è arrivato a costare 5 dollari.

Tra gli sfollati, stipati in tende sovraffollate, dilagano patologie e infezioni dovute alle pessime condizioni igienico-sanitarie: nella nostra clinica, 1 paziente su 5 soffre di malattie correlate alla scarsità e alla cattiva igiene dell’acqua, come gastroenteriti o scabbia.

3 luglio 2025

La testimonianza di Giorgio Monti su fame, malnutrizione e carestia. 

Fuori ci sono alimenti sufficienti per sfamare un milione di persone per quattro mesi. Ma questi alimenti non entrano.”

A Gaza vediamo ogni giorno le conseguenze di fame, malnutrizione e carestia: per dare alla popolazione la possibilità di sopravvivere, è necessario far entrare gli aiuti umanitari al più presto.

18 giugno 2025

A Gaza, anche cercare di ottenere cibo può costare la vita

Mentre il conflitto si allarga, a Gaza fame e malnutrizione si fanno sempre più insopportabili.

L’unica scelta, per una popolazione alla costante ricerca di cibo, è recarsi nei pochi punti di distribuzione, tutti militarizzati, sperando di riuscire a recuperare qualcosa da mangiare.Un gesto che può costare la vita: a maggio almeno 400 palestinesi sono stati uccisi vicino ai centri di distribuzione di cibo.

Solo ieri, sono state almeno 59 le persone uccise dal fuoco dei carri armati mentre cercavano di ottenere aiuti. Anche nella nostra clinica, in queste settimane, abbiamo ricevuto persone ferite durante le consegne di cibo. Le ultime due ieri.

10 giugno 2025

Le parole per raccontare la tragedia di Gaza

La tragedia di Gaza è sotto gli occhi del mondo e spesso non si trovano le parole per raccontarla. In questo video abbiamo raccolto quelle dei nostri colleghi al lavoro nella Striscia, testimoni diretti di una crisi umanitaria gravissima.

8 giugno 2025

Unico obiettivo: restare vivi

Uno dei nostri colleghi gazawi, qualche giorno fa, ci ha raccontato di essere sopravvissuto per caso a un bombardamento: doveva raggiungere uno dei luoghi di ritrovo degli sfollati per cercare una connessione. Poco prima del suo arrivo, quel luogo è stato colpito. Una volta sul posto, ha visto che anche alcuni suoi amici erano rimasti uccisi. Si è salvato solo per una manciata di minuti.

Nella Striscia ogni aspetto della vita quotidiana è stato distrutto e stravolto.

In una quotidianità segnata dal terrore, dalla fame, dalla mancanza di tutto il necessario per vivere, l’assenza di energia elettrica rende la popolazione sempre più isolata e sconnessa. Anche ricaricare il proprio telefono o collegarsi alla rete sono diventate azioni tutt’altro che scontate.

Eppure, anche in un contesto così estremo, restare connessi con il mondo è un bisogno essenziale: per ricevere notizie delle persone amate, per testimoniare ciò che accade ogni giorno e per condividere una situazione inimmaginabile.

L’unico obiettivo, a Gaza, è restare vivi.

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Abbiamo bisogno del tuo aiuto per continuare a curare e assistere la popolazione di Gaza.

4 giugno 2025

“Sono partito a mani vuote e sono tornato a mani vuote”

“Non sono riuscito a prendere niente. Sono partito a mani vuote e sono tornato a mani vuote a causa della folla che aspettava di prendere qualcosa, degli spari, dei posti di blocco. Così me ne sono andato.”

Come racconta uno dei nostri colleghi gazawi, nei punti di distribuzione allestiti per la consegna dei pochi aiuti umanitari fatti entrare nella Striscia, la vita delle persone viene messa a rischio tra panico, caos e insicurezza.

“Quando la consegna degli aiuti umanitari era gestita dalle Nazioni Unite, c’erano circa 400 punti di distribuzione attivi. Oggi ne funzionano solo quattro, per oltre due milioni di persone. Le conseguenze sono drammatiche: si contano già più di 100 tra morti e feriti”, racconta Andrea Bona, nostro medico a Gaza.

Dopo due mesi di blocco, la sofferenza dei civili è atroce, indicibile: nella Striscia tutto quello a cui assistiamo ogni giorno è difficile da vedere, da comprendere e da accettare.

La popolazione di Gaza è a rischio carestia: gli aiuti umanitari devono entrare il prima possibile ed essere distribuiti in modo incondizionato e sicuro.

27 maggio 2025

Come funziona un ordine di evacuazione

Oltre l’80% del territorio della Striscia è sottoposto a ordini di evacuazione forzata: uno degli ultimi ha coinvolto ieri (26 maggio) anche Khan Younis, il governatorato dove si trova la nostra clinica.

“Stamattina il numero dei pazienti è raddoppiato, se non triplicato: è conseguenza degli sfollamenti verso le aree costiere”, racconta Giorgio Monti, il nostro Coordinatore medico a Gaza. “Abbiamo già visto 300 persone”.

Per le persone è diventato sempre più difficile mettersi in salvo dai bombardamenti. E questi continui spostamenti, uniti alla fame, alla mancanza di acqua e di cure, stanno portando allo stremo anche chi riesce a sopravvivere alle bombe.

22 maggio 2025

Ogni limite è già stato superato

Esplosioni e colonne di fumo: le vediamo salire verso il cielo dalla nostra casa, dall’auto, dalla clinica… ovunque. A Gaza questa è la “normalità”. Qui nessun luogo è sicuro. Qui alle persone viene negato tutto.

È così ogni giorno”, racconta la nostra infermiera Eleonora. “Andando e tornando dal lavoro, vediamo colonne di fumo come questa alzarsi sopra Khan Younis. Il rumore delle esplosioni ci accompagna sempre, anche mentre visitiamo i nostri pazienti”.

Senza cibo, acqua, cure, qui ogni giorno che passa senza far entrare gli aiuti necessari si trasforma in una condanna a morte per milioni di persone.

A Gaza ogni limite è stato già superato. Serve un cessate il fuoco immediato. Serve che tutti gli aiuti ancora bloccati siano resi accessibili alla popolazione in modo incondizionato il prima possibile.

21 maggio 2025

ASCOLTA. Questa è Gaza.

20 maggio 2025

EMERGENCY sull’ingresso dei primi 5 camion di aiuti

Il 19 maggio hanno varcato il valico di Kerem Shalom 5 camion di aiuti. I primi dal 2 marzo.
Prima del 7 ottobre nella Striscia ne entravano 500 al giorno.
La popolazione vive in condizioni disumane, gravissime. Dopo più di due mesi di blocco degli aiuti mancano i farmaci, manca il carburante, manca il cibo, manca tutto. “Non ho mai visto una devastazione così” racconta Giorgio, il nostro Coordinatore medico.
“La vita della popolazione è insostenibile”.
Oltre che dalle bombe, la sopravvivenza delle persone è messa quotidianamente in pericolo dall’impossibilità di accedere a cure mediche, all’acqua, a un’alimentazione sufficiente.
Chiediamo il rispetto dei civili e l’immediata, imparziale e indipendente distribuzione degli aiuti essenziali.
Chiediamo il rispetto delle strutture sanitarie, dei pazienti, degli operatori umanitari.
Chiediamo il CESSATE IL FUOCO.

19 maggio 2025

“È una giornata particolare, ancora più difficile del solito”.

All’alba di oggi (19 maggio) un’operazione militare dell’esercito israeliano ha colpito l’area di Khan Younis, a sud della Striscia. Lo stesso governatorato in cui si trova anche la nostra clinica.

Il nostro Coordinatore medico Giorgio Monti descrive l’inizio di questa giornata: l’ospedale Nasser, il più grande dell’area, chiuso perché colpito; molti altri Centri rimasti chiusi per questioni di sicurezza; anche alcuni nostri infermieri hanno chiamato per avvisare che non potevano uscire di casa, troppo pericoloso.

La nostra clinica è rimasta aperta. “Come ogni giorno, fuori dalla clinica c’erano già i pazienti che aspettavano di essere visitati”. Bambini, mamme, persone con malattie croniche o acute.

“È una giornata particolare, ancora più difficile del solito”.

CESSATE IL FUOCO.

11 maggio 2025

La forza delle donne di Gaza

“Nonostante il contesto drammatico, al limite della sopravvivenza, la forza con cui le donne di Gaza affrontano ogni giorno mi lascia senza parole”, racconta Eleonora Bruni, responsabile delle attività ostetriche di EMERGENCY.

“Anche se fuori c’è la devastazione, con noi parlano di futuro e di figli. Perché forse, per assurdo, dare alla luce un bambino anche in contesti di guerra è un modo per sentirsi vivi, restare attaccati alla vita.”

Nella Striscia offriamo anche servizi ambulatoriali di salute riproduttiva: cure ginecologiche di base, prenatali e postnatali, oltre a programmi di pianificazione familiare.

In un contesto segnato da bombardamenti quotidiani, insicurezza alimentare e da un blocco totale degli aiuti — che da oltre due mesi impedisce l’ingresso di farmaci e forniture essenziali — le donne si trovano ogni giorno ad affrontare rischi gravissimi, che possono compromettere sia la salute materna che quella dei nascituri.

Secondo le Nazioni Unite, nella Striscia di Gaza ci sono circa 50.000 donne incinte, in un sistema sanitario ormai al collasso.

8 maggio 2025

Le parole delle persone che incontriamo ogni giorno

“Senza cibo, acqua, riparo e medicine peggiorano di giorno in giorno le condizioni della popolazione. Stiamo facendo il possibile, ma con il blocco degli aiuti è sempre più difficile.”

A Gaza i raid non si fermano e il blocco degli aiuti influisce sempre di più sulla salute e la sopravvivenza dei più vulnerabili. Il numero di pazienti che vediamo è quasi raddoppiato: i bisogni continuano a moltiplicarsi.

“Fino a metà marzo vedevamo una media di 70 pazienti al giorno. Dopo la fine della tregua, il 18 marzo, il numero è salito a 135 al giorno”, spiega Andrea Bona, nostro medico nella Striscia.

“Non ne possiamo più di seppellire i nostri morti”, “Non so come sfamare la mia famiglia”, “Non ce la facciamo più”: queste le parole delle persone con cui parliamo ogni giorno.

6 maggio 2025

66 giorni di blocco agli aiuti: mancano cibo, medicine, l’acqua potabile è sempre meno accessibile

È di ieri l’annuncio da parte del governo di Israele dell’approvazione di un piano di escalation militare nella Striscia di G4z4 e dell’appalto della distribuzione degli aiuti umanitari a compagnie private.

Siamo presenti nella Striscia da agosto 2024 e testimoni di una situazione drammatica a 66 giorni dall’inizio del blocco all’ingresso di qualsiasi aiuto umanitario.

Secondo un report del World Food Programme delle Nazioni Unite, il prezzo dei principali generi alimentari sarebbe aumentato del 1.400% rispetto al periodo in cui la tregua era in vigore.

Le scorte di cibo stanno finendo mettendo a rischio la salute e la vita delle fasce più vulnerabili della popolazione.

30 aprile 2025

Il blocco degli aiuti a Gaza aggrava una situazione già drammatica, lasciando oltre 2 milioni di civili senza accesso a cibo, acqua, medicinali e cure essenziali.

Di settimana in settimana, le condizioni sanitarie e umanitarie continuano a peggiorare.

Anche il nostro staff ha iniziato a razionare le scorte – di farmaci e materiale sanitario – indispensabili per la continuità del nostro lavoro.

Alessandro Migliorati, che coordina la logistica del nostro progetto, ci racconta cosa vediamo ogni giorno nella Striscia, accanto alle persone che non riescono più a sfamarsi e curarsi:

Le materie prime hanno raggiunto prezzi folli: 50 euro al chilo la farina, 7 euro al chilo lo zucchero, 13 euro al litro la benzina. E per trovare questi beni bisogna fare una vera e propria caccia al tesoro. I forni sono chiusi da settimane, quindi non c’è più pane. Farmaci e beni alimentari non arrivano più.

Alessandro Migliorati, logista di EMERGENCY

8 aprile 2025

Una notte di bombardamenti: la testimonianza del nostro staff

La situazione è pesante, la popolazione è in preda alla disperazione, non sa più cosa fare”.

Nella notte di domenica 6 aprile i pesanti bombardamenti sulla Striscia non si sono mai fermati. Gli ordini di evacuazione hanno interessato anche la casa accanto al nostro compound e la mattina seguente ne abbiamo visto le conseguenze.

Nel giro di una settimana, il nostro lavoro in clinica è più che raddoppiato”, racconta il nostro Coordinatore medico Giorgio Monti. Qui è sempre più complicato e i bisogni sono enormi, “eppure questa follia sta andando avanti”.

24 marzo 2025

Attacco al Nasser Hospital, la nostra testimonianza

Durante l’attacco avvenuto la sera del 23 marzo all’interno del Nasser Hospital, tre membri dello staff di EMERGENCY stavano lavorando nel reparto di Terapia intensiva.

Sono incolumi, ma scossi e sono appena rientrati nella guest house di EMERGENCY nella Striscia.

Abbiamo sentito un’esplosione e tremare i muri – dice Filippo Pellegatta, anestesista. – Ci hanno fatto scendere immediatamente al piano terra, in una stanza sicura insieme allo staff dell’ospedale. Appena è stato possibile, siamo tornati dai nostri pazienti: senza quell’intervento chirurgico sarebbero morti”.

19 marzo 2025

Qui sembra già l’apocalisse

I primi bombardamenti a Gaza hanno colto le persone nel momento di massima vulnerabilità: mentre dormivano. Con il boato delle esplosioni, le finestre del nostro compound si sono letteralmente spalancate. Nessuno se lo aspettava, non c’è stato alcun preavviso.

Gli attacchi, anche adesso, stanno proseguendo, anche se con minore intensità.

Giorgio Monti, il nostro Coordinatore medico, continua a raccontare cosa sta accadendo in queste ore nella Striscia.

18 Marzo 2025

Riprendono i bombardamenti: temporaneamente sospese le attività sanitarie

A seguito dei bombardamenti avvenuti nella notte del 17 marzo nella Striscia di Gaza, abbiamo sospeso temporaneamente gli spostamenti del nostro staff in attesa di capire come garantire la sicurezza del personale, nazionale e internazionale.

Sono perciò sospese al momento le attività della clinica di assistenza primaria aperta a gennaio nell’area di al-Qarara (Khan Younis).

Ascolta una testimonianza dal nostro coordinatore medico a Gaza, Giorgio Monti.

14 Marzo 2025

I dati sulle vittime del conflitto

Il nostro staff nella Striscia continua a rispondere agli innumerevoli bisogni sanitari della popolazione, tramite la nostra clinica di salute primaria ad al-Qarara e le attività di supporto all’Ambulatorio di al-Mawasi.

Giorgio Monti, il nostro Coordinatore medico a Gaza, analizza alcuni dei dati più significativi sulla situazione sanitaria e umanitaria attuale.

Per conoscere, ancora più da vicino, la condizione in cui versano le vittime.

28 Gennaio 2025

Apre la nostra clinica ad al-Qarara

Ha aperto la nuova clinica di EMERGENCY nella Striscia di Gaza: situata nella località di al-Qarara, nel governatorato di Khan Younis.

La nostra clinica risponderà ai bisogni enormi della popolazione che vive in quest’area e che permangono nonostante la tregua – racconta Francesco Sacchi, capomissione EMERGENCY a Gaza –. La costruzione della clinica ha dovuto fare i conti con i lunghi tempi della burocrazia e con l’enorme difficoltà di reperire materiali a causa della difficoltà a far entrare aiuti umanitari nella Striscia in questi mesi.”

17 Gennaio 2025

La tregua non significa la fine della sofferenza

La tregua è un grande traguardo che abbiamo atteso con ansia, ma purtroppo non significa che tutto sia finito – commenta Francesco Sacchi, capomissione di EMERGENCY a Gaza –. I problemi generati da quindici mesi di violenza sono enormi, la situazione umanitaria è disastrosa e prima di poter raggiungere la normalità sarà necessario un cammino lungo e difficile. Anche il ritorno nel Nord della Striscia per chi ha dovuto abbandonare le proprie case in questi mesi sembra davvero difficile perché gran parte del territorio è stato completamente distrutto dai bombardamenti”.

15 Gennaio 2025

Una possibile tregua tra Israele e Hamas

Se approvata, la proposta di una tregua per la sospensione delle ostilità a Gaza costituirebbe il primo vero passo per porre fine a una guerra che, nell’arco di oltre 15 mesi, ha causato più di 47.525 morti, 117.168 feriti e 1.9 milioni sfollati.

9 Gennaio 2025

“Mangiare? E che cosa?”: una storia da Gaza

Gaza. Arriva in clinica un ragazzo sui 25 anni, è molto magro, si muove con 2 stampelle. Un foulard copre la gamba ed il piede destro: nasconde i ferri che vengono messi per stabilizzare le fratture più complesse.

Pesa 40 chili. Quando gli diciamo che per guarire è importante anche mangiare, si mette a ridere: “mangiare? E che cosa? Al mercato la carne non c’è, un uovo e un chilo di farina costano quasi 15 dollari…”.

25 Ottobre 2024

Situazione stremante e proibitiva

Stremante e proibitiva.” È questa la situazione sotto i nostri occhi a Gaza.

I bisogni sono a 360 gradi: nelle tendopoli manca tutto: acqua potabile, cibo, elettricità…”, racconta Stefano Sozza, capomissione EMERGENCY dalla Striscia.

Stiamo lavorando per costruire un Ambulatorio nella Striscia, per dare una risposta concreta ai bisogni sanitari di una popolazione che si trova “al limite della sopravvivenza umana”.

10 Settembre 2024

Chiediamo protezione di civili e operatori umanitari, e la cessazione delle ostilità

Sono decine i morti e feriti a seguito dell’operazione militare avvenuta nella notte nell’area di al-Mawasi, a ovest della città di Khan Younis.

Nell’area umanitaria sono concentrati in campi tendati migliaia di sfollati: arrivano dalle aree della Striscia che sono state evacuate (circa l’86% del territorio). A partire dal 12 agosto l’area umanitaria si è ridotta dai 58,9 chilometri quadrati di inizio 2024 a circa 46 chilometri quadrati.

Le conseguenze della violenza che la guerra porta con sé sono dappertutto – spiega Stefano Sozza, capomissione di EMERGENCY a Gaza –. Chi paga le conseguenze di questo sono sempre i civili ed è per questo che facciamo un appello affinché ci sia la cessazione dell’ostilità il prima possibile.”

27 Agosto 2024

Siamo entrati a Gaza per un progetto di assistenza sanitaria

Dopo alcuni mesi di attesa per ottenere il permesso umanitario, siamo entrati a Gaza per offrire assistenza sanitaria di base alla popolazione martoriata dalla guerra.

Negli scorsi mesi, in attesa dell’autorizzazione definitiva a entrare nella Striscia, abbiamo lavorato per definire il progetto e attivare un coordinamento con le agenzie delle Nazioni Unite e altri partner presenti sul territorio.

La possibilità di portare aiuti nella Striscia deve fare i conti con grandi limitazioni nell’accesso delle organizzazioni umanitarie, con le difficili condizioni di sicurezza – spiega Stefano Sozza, capomissione EMERGENCY a Gaza – e con uno spazio umanitario garantito che è andato restringendosi sempre di più da novembre ad oggi. Oggi circa 305 chilometri quadrati, ovvero quasi l’84% della Striscia di Gaza, sono stati posti sotto ordine di evacuazione.