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Gaza: i dati sulle vittime del conflitto

Cosa c’è dentro, e dietro, ai dati di un conflitto? Quale approccio adottare per vedere le persone oltre i numeri?

Il nostro staff nella Striscia continua a rispondere agli innumerevoli bisogni sanitari della popolazione, tramite la nostra clinica di salute primaria ad al-Qarara e le attività di supporto all’Ambulatorio di al-Mawasi.

Giorgio Monti, il nostro Coordinatore medico a Gaza, analizza alcuni dei dati più significativi sulla situazione sanitaria e umanitaria attuale.

Per conoscere, ancora più da vicino, la condizione in cui versano le vittime.

Secondo lo studio di The Lancet, le vittime a Gaza sono il 40 per cento in più

Qui a Gaza ci sono 2 milioni di persone, distribuite in un’area di 40 chilometri per 8” spiega Giorgio.

The Lancet, uno dei più importanti giornali scientifici del mondo, ha pubblicato lo scorso gennaio uno studio secondo i morti a Gaza sono molti di più di quelli dichiarati nelle stime ufficiali: il 40% in più.

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Sono i civili le grandi vittime del conflitto

Un altro studio, della statunitense Brown University, si concentra sulle “morti indirette”, ovvero i decessi causati non da ferite letali ma dalle conseguenze del conflitto sulle condizioni di vita, dalla distruzione che porta nelle condizioni economiche, sociali, psicologiche, di salute.

L’80 per cento dei morti sono correlati al deterioramento delle condizioni di vita causate dalla guerra.

Il 90 per cento della popolazione nella Striscia è sfollata, il freddo e la pioggia rendono difficile la vita nelle tende. Il cibo non arriva in modo regolare e le persone hanno a disposizione un terzo dell’acqua pulita rispetto a quello che è considerato il fabbisogno minimo. L’aria è inquinata dalle polveri sottili, per via dei numerosi edifici crollati. Le strutture sanitarie sono saltate come strade, elettricità. Tutto rende difficile la vita e quindi tutto favorisce le malattie e anche la morte.

Le conseguenze della guerra sull’aspettativa di vita

Un altro studio di The Lancet valuta l’aspettativa di vita della popolazione: quanto si aspetta di vivere una persona che nasce oggi? In Italia, per esempio, la speranza di vita è di 83 anni. Un anno fa a Gaza era di 70,5 anni. Oggi si è abbassata a 40 anni.

Cosa succederà in futuro a Gaza?

“La mancanza di strutture sanitarie ha impedito di fare prevenzione, non ha permesso di curare tumori, o curare in modo corretto malattie croniche. Questo porterà inevitabilmente a morti. Senza contare i danni psicologici e psichiatrici di cui la popolazione è affetta. In futuro ci si aspetta la morte di 500 mila persone. Se vivete in una famiglia di quattro persone guardatevi intorno: a Gaza uno su quattro sarebbe morto” conclude Giorgio.