Report di attività
Nel report di EMERGENCY raccontiamo e rendicontiamo l'andamento dei nostri programmi umanitari e delle nostre attività.
Dopo trent’anni noi, e chi di voi vorrà, scegliamo di curare come prima e più di prima, e di fare della cura quell’atto politico e sociale che può costruire la pace.
Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY
Oggi, più di ieri
L’introduzione di Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY, al Report 2024
Trent’anni fa nasceva il nostro impegno in una cornice storica di “post bipolarismo” segnata dalle guerre moderne, quelle in cui i civili pagano il prezzo più alto. Volevamo curarne le vittime e allo stesso tempo promuovere una rivoluzione culturale per abolire il ricorso alla guerra e l’idea che sia inevitabile.
Così, la prima missione in Ruanda, durante il genocidio; poi la chirurgia in Iraq sugli effetti delle mine e, in Italia, la campagna per vietarne produzione e vendita; fino all’Afghanistan, dove curiamo ancora i fallimenti dell’interventismo belligerante, confrontandoci con l’isolamento delle donne, la crisi umanitaria e il congelamento dei fondi.
In trent’anni siamo diventati una storia di solidarietà collettiva fatta di costruzione di ospedali, formazione del personale, modelli di sanità di eccellenza e cure per tutti, determinati a diventare inutili attraverso la promozione della cultura del rispetto dei diritti umani, unico vero antidoto alla guerra.
Oggi, più di ieri, non c’è pace. In un presente funestato da oltre 50 conflitti, gli organismi internazionali non contano più come garanti di diritti e doveri inalienabili; i capi di Stato dissimulano gli orrori delle guerre con delittuose giustificazioni: guerre per la pace, giuste e preventive; guerre future a cui prepararsi finanziando il riarmo a scapito del welfare.
Nel 2024, abbiamo testimoniato con il nostro lavoro l’impatto di queste scelte, in contesti dove persino il lavoro umanitario è diventato obiettivo bellico. A Khartoum, in Sudan, siamo l’unica ONG internazionale rimasta sempre operativa, con un ospedale, il Salam, il cui servizio è stato ampliato alle cure primarie sui bambini e all’assistenza per le emergenze mediche, come atto di responsabilità verso una popolazione dimenticata da tanti.
Nel Donetsk, in Ucraina, abbiamo garantito ai più vulnerabili l’accesso alle cure di base venute meno a causa del conflitto.
Nella Striscia di Gaza, in Palestina, il nostro team è riuscito, solo dopo mesi di ostacoli continui, a fornire le prime cure alla popolazione palestinese stremata dalla barbarie di una guerra in cui il diritto umanitario è stato sepolto sotto le macerie insieme a decine di migliaia di persone.
Di fronte a questa traiettoria distruttiva, abbiamo sentito forte il bisogno di ribadire la necessità di superare la disumanità della guerra.
Lo abbiamo fatto con R1PUD1A, la nostra campagna di sensibilizzazione che riprende l’articolo 11 della Costituzione e ribadisce che l’Italia ripudia la guerra.
Proseguiamo da qui. Dopo trent’anni, la guerra propinata ancora oggi come fattore aggregante ci impone di proporre un altro modo di aggregarci: noi, e chi di voi vorrà, scegliamo di curare come prima e più di prima, e di fare della cura quell’atto politico e sociale che può costruire la pace.
Sostieni EMERGENCY
Con la tua donazione ci aiuterai a offrire cure gratuite e di qualità a chi ne ha bisogno