Chirurgia di guerra
Offrire cure mediche e chirurgiche alle vittime dei conflitti: ecco cosa ci ha spinto a fondare EMERGENCY.
Chi sono, oggi, i feriti di guerra?
Nelle guerre contemporanee, il 90% delle vittime sono civili. Donne, bambini, uomini con la sola colpa di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sappiamo bene chi sono: li vediamo ogni giorno nei nostri ospedali.
Nella prima guerra mondiale i civili morti e feriti erano stati poco più del dieci per cento del totale delle vittime. Quella carneficina ebbe luogo perlopiù – e forse per l’ultima volta – sui campi di battaglia. Nei conflitti che sono seguiti il nemico ha cambiato volto: i villaggi sono diventati “il fronte”, le case hanno sostituito le trincee. Già nella seconda guerra mondiale non si cerca più di colpire il soldato nemico, si radono al suolo le città: Coventry, Dresda, Hiroshima, Nagasaki… Due vittime su tre del conflitto mondiale risultarono essere civili. La natura della guerra era cambiata, forse per sempre. E le vittime non combattenti, una ogni dieci all’inizio del Novecento, sono diventate nove su dieci alle soglie del Duemila. Ogni tre vittime, una è un bambino.
Le mine antiuomo
Non sono solo combattimenti, attentati o bombardamenti a fare vittime. Interi Paesi sono ancora disseminati da mine antiuomo pronte a esplodere. Un’automobile che passa nella strada sbagliata, un bambino che raccoglie da terra quello che gli sembra un giocattolo di plastica, un colpo di zappa mentre si lavora un campo: basta poco per far scattare il meccanismo e cambiare una vita in una frazione di secondo. E in ospedale arrivano persone con uno straccio a fermare il sangue dopo che la loro mano è esplosa, bambini che hanno perso entrambe le braccia, pazienti che rimarranno ciechi perché la mina è esplosa loro in faccia.
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Dalla consapevolezza all’azione
Da questa amara consapevolezza dei “disastri della guerra” e dalla constatazione della possibilità di portare aiuto a esseri umani sofferenti è nata l’idea di dare vita a EMERGENCY. La nostra fondazione non discende da un insieme di principi o di enunciazioni, ma da una constatazione e da comportamenti che ne derivano come un’immediata, auto evidente necessità. L’idea di EMERGENCY nasce sui tavoli operatori e nelle corsie.
Così abbiamo cominciato a curare le vittime, nel 1994, nel Ruanda del genocidio. E abbiamo continuato a farlo, mandando in giro per il mondo team specializzati o costruendo centri chirurgici dedicati alle vittime di guerra in Afghanistan, Iraq, Cambogia, Sierra Leone, Libia, Repubblica Centrafricana, Yemen.
Perché curare i feriti non è generoso né caritatevole, ma solo giusto.