Gaza: assistenza sanitaria di base alla popolazione della Striscia
Gaza - Striscia di Gaza
Gaza, dopo la tregua: i bisogni sanitari sono ancora enormi
A Gaza gli ospedali locali che ancora sono operativi, oltre a non avere lo staff e i farmaci necessari, spesso sono sovraffollati: in mancanza di altre strutture, i malati si rivolgono agli ospedali anche per necessità che potrebbero essere trattate ambulatorialmente.
La situazione nella Striscia di Gaza è critica e la popolazione è allo stremo: oltre alla mancanza di servizi sanitari pesano soprattutto la scarsità di acqua, di cibo e di abitazioni.
“La tregua è un grande traguardo che abbiamo atteso con ansia, ma purtroppo non significa che tutto sia finito. I problemi generati da quindici mesi di violenza sono enormi, la situazione umanitaria è disastrosa e prima di poter raggiungere la normalità sarà necessario un cammino lungo e difficile. Anche il ritorno nel Nord della Striscia per chi ha dovuto abbandonare le proprie case in questi mesi sembra davvero difficile perché gran parte del territorio è stato completamente distrutto dai bombardamenti”.
Francesco Sacchi, capomissione di EMERGENCY a Gaza
Le attività di EMERGENCY a Gaza
La clinica di salute primaria
Il nostro team, entrato nella Striscia ad agosto 2024, ha costruito e gestisce una clinica nell’area di al-Qarara.
Nella struttura offriamo primo soccorso, stabilizzazione di emergenze medico chirurgiche e trasferimento presso strutture ospedaliere, assistenza di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post-operatorio.
Stimiamo di poter vedere fino a trecento pazienti ogni giorno.
Lo staff sanitario sarà composto inizialmente da personale internazionale e locale (quattro medici, quattro infermieri, un farmacista).
La clinica è composta da una sala d’attesa esterna, un triage, un pronto soccorso con sala di osservazione, una sala per le medicazioni, quattro ambulatori medici, un ambulatorio ginecologico, una stanza per le vaccinazioni, un dispensario per le medicine, uffici per medico e logista, una sala mensa e un magazzino.
“La costruzione della clinica ha dovuto fare i conti con i lunghi tempi della burocrazia e con l’enorme difficoltà di reperire materiali a causa dello scarso ingresso di aiuti umanitari in questi mesi. Ora è aumentato l’ingresso degli aiuti, ed è aumentata anche la disponibilità di beni di prima necessità.”
Francesco Sacchi, Capomissione di EMERGENCY a Gaza
Aiutaci a portare cure anche a Gaza
Con il tuo aiuto offriamo cure gratuite e di qualità alle vittime di guerra e delle sue conseguenze. A Gaza e in altri conflitti.
Ambulatorio ad al-Mawasi (Khan Younis)
Da novembre 2024, un team di EMERGENCY offre supporto medico e logistico a un Centro di salute primaria nella zona di al-Mawasi (Khan Younis), nel sud della Striscia, gestito dall’associazione CFTA (Culture & Free Thought Association), un’organizzazione non governativa e indipendente locale che lavora qui dal 1991 per fornire assistenza alla popolazione palestinese su vari fronti: da quello culturale e dell’educazione, a quello sociale e sanitario
Qui i pazienti possono ricevere gratuitamente cure di base, farmaci e le medicazioni necessarie in seguito a interventi chirurgici.
Il team sanitario di EMERGENCY – composto da 2 infermieri e 2 medici – supervisiona l’attività clinica, coordina e forma lo staff locale impiegato da CFTA, 7 colleghi sanitari e non.
Gestiamo inoltre la fornitura completa del materiale necessario a garantire la continuità delle attività.
“Da quando siamo arrivati nella Striscia di Gaza, nell’agosto 2024, abbiamo assistito oltre seimila pazienti e abbiamo potuto constatare l’aggravarsi della situazione umanitaria giorno dopo giorno. La popolazione è provata da oltre quindici mesi di conflitto, vive in una condizione di sfollamento nei campi dove noi stessi operiamo. Vediamo ormai da mesi casi di patologie gastroenteriche, dermatiti, infezioni delle vie respiratorie.”
Giorgio Monti, coordinatore medico di EMERGENCY a Gaza
L’accesso degli aiuti umanitari è sempre più necessario
Negli ultimi 15 mesi, la possibilità di portare aiuti nella Striscia ha dovuto fare i conti con grandi limitazioni nell’accesso delle organizzazioni umanitarie, con le difficili condizioni di sicurezza e con uno spazio umanitario garantito sempre più ristretto.
Oltre l’80% del territorio della Striscia è stato sottoposto a ordini di evacuazione: oggi circa il 90% della popolazione vive in tende e sistemazioni di fortuna.
Fonte: OCHA
“Auspichiamo che questo accordo permetta un maggiore ingresso di aiuti umanitari nel territorio della Striscia perché fin dall’inizio abbiamo riscontrato quotidianamente difficoltà nel far entrare beni di prima necessità quali cibo e acqua, ma anche medicinali e strumenti con cui fornire alla popolazione l’assistenza sanitaria necessaria.”
Eleonora Colpo, infermiera di EMERGENCY nella Striscia di Gaza