EMERGENCY: medicina e diritti dal 1994

La nostra storia, dalla prima missione in Ruanda a oltre 12,5 milioni di persone curate

Milano, 1994: nasce EMERGENCY, un’associazione umanitaria fondata per portare aiuto alle vittime civili delle guerre e della povertà.

Da allora siamo intervenuti in 20 Paesi, costruendo ospedali, centri chirurgici, centri di riabilitazione, centri pediatrici, posti di primo soccorso, centri sanitari, ambulatori e poliambulatori, ambulatori mobili, un centro di maternità e un centro cardiochirurgico. Su sollecitazione delle autorità locali e di altre organizzazioni abbiamo anche contribuito alla ristrutturazione e all’equipaggiamento di strutture sanitarie già esistenti.

Il nostro primo progetto è stato in Ruanda, dove abbiamo ristrutturato e riaperto il reparto di chirurgia dell’ospedale di Kigali e riattivato il reparto di ostetricia e ginecologia.

La messa al bando delle mine

Fin da subito abbiamo anche intrapreso la campagna che ha portato l’Italia a mettere al bando le mine antiuomo. I nostri medici, chirurghi, infermieri avevano visto e continuavano a vedere tutti i giorni l’orrore della guerra e dei suoi effetti: per questo non abbiamo potuto fare a meno di impegnarci nella promozione quotidiana di valori di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.

E intanto il nostro lavoro aumentava, e aumentavano i Paesi in cui lavoravamo: Iraq, Afghanistan, Cambogia, Serbia, Eritrea…

Lo straccio di pace

Nel 2001, proprio perché conoscevamo che cos’è davvero la guerra e avevamo ben chiare quelle che sarebbero state le conseguenze di un intervento armato in Afghanistan, abbiamo chiesto ai cittadini di esprimere il proprio ripudio della guerra con uno “straccio di pace“.

[…] Uno straccio di pace. E se saremo in tanti ad averlo, non potranno dire che l’Italia intera ha scelto la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti […]

Dall'appello "Uno straccio di pace", EMERGENCY, 2001

No alla guerra

Nel settembre 2002 abbiamo lanciato la campagna “Fuori l’Italia dalla guerra” contro la partecipazione del nostro Paese alla guerra contro l’Iraq.

Con la campagna “Fermiamo la guerra, firmiamo la pace” abbiamo promosso sempre nel 2002 una raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare “Norme per l’attuazione del principio del ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione e dallo statuto dell’Onu”, depositata alla Camera dei deputati nel giugno 2003.

E intanto proseguivamo il lavoro per portare cure gratuite e di qualità a chi ne ha bisogno, vittime delle mine, della guerra, ma anche della povertà che ne consegue e che spesso compromette un intero Paese anche anni dopo la fine dei conflitti. Sierra Leone, Sudan, Algeria, Angola, Palestina, Nicaragua, Sri Lanka… e anche Italia. Sì. Italia: nemmeno noi, nel 1994, avremmo mai pensato di dover lavorare, un giorno, anche nel Paese dove siamo nati.

Medicina e diritti, il Manifesto e la rete ANME

Nel 2008 abbiamo elaborato insieme ad alcuni Paesi africani il “Manifesto per una medicina basata sui diritti umani” per rivendicare una sanità basata sull’equità, sulla qualità e sulla responsabilità sociale.

DICHIARIAMO
il «Diritto ad essere curato» come un diritto fondamentale e inalienabile appartenente a ciascun membro della famiglia umana.

dal "Manifesto per una medicina basata sui diritti umani", 2008

Questi principi sono stati sviluppati fino alla definizione nel 2010 dell’ANME (African Network of Medical Excellence – Rete sanitaria d’eccellenza in Africa), che coinvolge 11 Paesi nella costruzione di centri medici di eccellenza con l’obbiettivo di rafforzare i sistemi sanitari nel continente.

Nel 2015 Gino Strada, chirurgo di guerra e nostro fondatore, ha ritirato a Stoccolma il “Right Livelihood Award”, il “Premio Nobel alternativo”, nato per «onorare e sostenere coloro che offrono risposte pratiche ed esemplari alle maggiori sfide del nostro tempo».

Per la sua grande umanità e la sua capacità di offrire assistenza medica e chirurgica di eccellenza alle vittime della guerra e dell’ingiustizia, continuando a denunciare senza paura le cause della guerra.

La motivazione dell'assegnazione del premio Right Livelihood Award

Qualche mese dopo, un altro importante riconoscimento: il “Sunhak Peace Prize”, assegnato ogni anno a individui e organizzazioni che si sono distinti per l’importante contributo alla pace e allo sviluppo umano.

EMERGENCY nel mondo

Abbiamo avviato un processo di internazionalizzazione di EMERGENCY che ha portato alla nascita di organizzazioni locali e di gruppi di volontari in diversi Paesi.

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