A Gaza riprendono i bombardamenti: temporaneamente sospese le attività sanitarie
A seguito dei bombardamenti di questa notte nella Striscia di Gaza abbiamo sospeso temporaneamente gli spostamenti del nostro staff in attesa di capire come garantire la sicurezza del personale, nazionale e internazionale.
Sono perciò sospese al momento le attività della clinica di assistenza primaria aperta a gennaio nell’area di al-Qarara (Khan Younis).
“Abbiamo sentito rumori di esplosioni tutta la notte, dopo l’annuncio della tregua gli scorsi mesi si torna ad avere paura – racconta Giorgio Monti, coordinatore medico di EMERGENCY a Gaza –. In attesa di capire come poter garantire la sicurezza del nostro staff, al momento abbiamo sospeso i nostri movimenti nella Striscia; la nostra clinica di assistenza primaria oggi resta chiusa, non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie né per lo staff, sia nazionale che internazionale, né per i pazienti. Se prima della tregua esisteva la procedura di deconfliction, per cui operando nella cosiddetta ‘area umanitaria’ e comunicando alle forze armate i propri spostamenti si aveva la garanzia di potersi muovere in sicurezza, con la tregua queste misure sono decadute, e non è chiaro in questo nuovo scenario se e in che modo verranno ristabilite”.
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Le attività di EMERGENCY a Gaza
Il nostro team è entrato nella Striscia ad agosto 2024, e attualmente lavora nella nostra clinica nella località di al-Qarara, nel governatorato di Khan Younis, all’interno della cosiddetta “area umanitaria”.
Qui offriamo primo soccorso, assistenza medico-chirurgica di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post-operatorio, stabilizzazione di emergenze medico-chirurgiche e trasferimento presso strutture ospedaliere.
Proseguiamo, inoltre, il nostro lavoro per fornire assistenza sanitaria di base alla popolazione nella clinica di medicina di base allestita dall’associazione locale CFTA (Culture & Free Thought Association) ad al-Mawasi sempre all’interno della cosiddetta “area umanitaria”.
Solo il 60% degli ospedali nella Striscia di Gaza è, parzialmente, funzionante, e solo il 48% delle cliniche di assistenza primaria. Da ottobre 2023 sono più di 48mila i morti, oltre 111mila i feriti; quasi 2 milioni gli sfollati. Quasi il 70% delle strutture sul territorio della Striscia è stato distrutto.
“Da quando siamo arrivati nella Striscia di Gaza, nell’agosto 2024, abbiamo assistito oltre novemila pazienti e abbiamo potuto constatare l’aggravarsi della situazione umanitaria giorno dopo giorno, anche dopo l’annuncio della tregua. Nelle ultime settimane anche con la notizia del taglio della corrente elettrica che ha colpito soprattutto i desalinizzatori per l’acqua rendendo difficile anche l’approvvigionamento di questo bene essenziale – conclude Monti –. Tante persone sono tornate a casa loro, ma l’hanno trovata distrutta e sono ritornate qui nei campi. Speriamo di poter ripartire presto con l’attività per poter continuare ad assistere la popolazione”.