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Un nome, sette lettere

Prova a stringere una penna e, con la scrittura ancora incerta, scrive un nome: Mohamed. È quello del nostro infermiere che ha conosciuto durante i primi giorni di ricovero.

Haroon ha solo 14 anni. Stava giocando con un tubo di metallo che sporgeva dal soffitto di casa. Quando si è aggrappato, il tubo si è staccato e lo ha colpito con violenza alla testa.

Il trauma cranico gli ha gonfiato il viso al punto da impedirgli di vedere e respirare. La sua mandibola si è fratturata nella caduta, il dolore lo ha immobilizzato.

Quando è arrivato nel nostro Pronto soccorso a Lashkar-gah era incosciente.

Viviamo in una casa con altre venti persone”, ci racconta suo fratello. “Haroon e io ci arrangiamo con piccoli lavoretti saltuari, ma non guadagniamo abbastanza per permetterci qualsiasi tipo di cura medica. Non abbiamo un’automobile. Per portarlo qui in ospedale abbiamo dovuto pagare un taxi. Ma sapevamo che qui da EMERGENCY non ci avrebbero chiesto nulla per curare Haroon.”

Il progetto di EMERGENCY a Lashkar-gah, in Afghanistan, è sostenuto dalla Cooperazione Italiana.