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20 anni fa nasceva la rete dei nostri First Aid Post (FAP) in Afghanistan

Volevamo garantire alle vittime di guerra un supporto continuo, anche in aree praticamente irraggiungibili e dentro i villaggi più remoti e martoriati dal conflitto in Afghanistan, per rispondere ai loro bisogni e trasferirli verso le nostre strutture durante le emergenze provocate dai combattimenti.

È con questa idea che abbiamo dato avvio alla rete dei nostri First Aid Post (Posti di primo soccorso, FAP) e dei Primary Health Centre (Centri sanitari di base) in Afghanistan.

Presidi stabili sul territorio afgano per offrire cure di primo soccorso ai pazienti e riferirli, in caso di bisogno, ai nostri ospedali, con un servizio di ambulanze attivo 7 su 7, 24/24h.

Il primo è stato a Gulbahar, 70 kilometri a nord di Kabul, nel dicembre del 1999.

Sono trascorsi 20 anni da quella prima apertura. Oggi, i Centri sanitari sul territorio afgano sono diventati 45.

L’ultimo lo abbiamo aperto all’inizio di ottobre nel distretto di Nad-Ali, nella provincia dell’Helmand. Come per la maggior parte dei distretti che fanno parte dell’Helmand, anche quello di Nad Ali è conteso tra forze governative e quelle di opposizione: gli scontri armati che si succedono nell’area coinvolgono anche molti civili, mentre i servizi sanitari scarseggiano.

La distanza impedisce alle persone ferite di raggiungere gli ospedali, e le strutture sanitarie sono praticamente inesistenti. A causa di questo molti muoiono senza aver avuto la possibilità di essere curati.” Così gli Elder, il gruppo di anziani di Nad Ali e punto di riferimento per la comunità – ci raccontavano la situazione nell’area prima di inaugurare il nostro FAP. È da queste testimonianze che si è rafforzata l’idea di essere presenti anche qui, ed estendere la nostra rete. “Abbiamo bisogno di voi”, ci avevano detto esplicitamente gli Elder in uno dei nostri incontri, spiega Giacomo, logista nell’ospedale di Lashkar-gah.

Pronto soccorso e sala visite, ambulatorio, servizi igienici. Pezzo dopo pezzo, abbiamo completato la struttura e avviato l’attività grazie al nostro staff nazionale.

Tra i primi pazienti che abbiamo ricevuto nel FAP di Nad Ali che c’è anche B., colpito dall’esplosione di una mina mentre si stava recando a piedi alla moschea più vicina per la preghiera mattutina. Soccorso dallo zio, che ha sentito l’esplosione dell’ordigno da casa, B. è stato portato al nostro FAP per le prime cure. Ferite alle gambe, genitali, braccia e volto. Lo abbiamo trasferito con l’ambulanza nel nostro ospedale per vittime di guerra a Lashkar-gah, per ricoverarlo e operarlo.

“B. ha avuto bisogno di diversi interventi chirurgici per riprendersi – ci racconta Giada, nostra infermiera.
Purtroppo, ha dovuto subìre anche l’amputazione della gamba sinistra. Ha solo 25 anni ma qui incidenti del genere rappresentano un destino comune a tanti. Servirà del tempo prima che riesca a tornare in forma, ma noi lo assisteremo finché ce ne sarà bisogno.”

Fino a ora, i pazienti che abbiamo curato nei nostri First Aid Post (FAP) sono stati oltre 5 milioni.

La guerra non è ancora finita.

Per continuare a curare i nostri pazienti in Afghanistan abbiamo bisogno del tuo aiuto.