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A MATERA IL VOLTO DELLE DONNE AFGHANE DEL CENTRO DI MATERNITÀ DI EMERGENCY AD ANABAH IN PANSHIR

10 Dicembre 2021

LA MOSTRA FOTOGRAFICA “AFGHANA” DI LAURA SALVINELLI
DAL 10 DICEMBRE 2021 AL 9 GENNAIO 2022 PRESSO GLI IPOGEI MOTTA DI MATERA
IL 10 DICEMBRE ALLE 18.00 L’INAUGURAZIONE CON LA FOTOGRAFA 

Storie di mamme afghane e dei loro bambini, di giovani donne che hanno potuto realizzare il sogno di diventare infermiere e dottoresse; il racconto dell’essere donne e madri in un paese complesso come l’Afghanistan: dal 10 dicembre al 9 gennaio presso gli Ipogei Motta, gradinata San Bartolomeo, 46 (via Ridola) nella suggestiva cornice dei Sassi di Matera, saranno le testimonianze e i volti delle donne del Centro di Maternità di EMERGENCY in Panshir i protagonisti della mostra “AFGHANA della fotografa Laura Salvinelli. L’inaugurazione alla presenza della fotografa il 10 dicembre alle ore 18.00.

Gli scatti raccontano la storia delle dottoresse, delle infermiere e delle pazienti che hanno partorito nel centro di EMERGENCY dedicato alla maternità. Nel viaggio fotografico si incontra il viso sorridente di Zarghona che ha dato alla luce il primo figlio maschio, Kemeya alle prese con il suo quinto cesareo, le donne nomadi Kuchi durante uno dei loro passaggi stagionali nella Valle. E ancora Asuda che, grazie al Centro di maternità di EMERGENCY, ha potuto studiare e formarsi per diventare ostetrica; Marja, che ha iniziato a lavorare in Afghanistan con EMERGENCY nel 1999; Monika e Keren, medical coordinator e ginecologa, che esprimono tutta la loro felicità per i tanti bambini che hanno visto nascere.

Foto: Laura Salvinelli

Il reportage sul Centro di maternità ad Anabah nella Valle del Panshir è stato per me come un ritorno a ‘casa’ – racconta la fotografa Laura Salvinelli‘Casa’ è per me l’Afghanistan, luogo della mia anima e ‘casa’ è l’impegno di EMERGENCY contro la guerra e in difesa dei diritti umani. Ho lavorato in un mondo in cui fotografare le donne è un tabù e mi sono caricata del ruolo dell’elefante in un negozio di cristalli. Ho combattuto per mostrare nel nostro mondo le foto del parto, che violano un altro tabù, quello del sangue della vita e del corpo reale delle donne. Mi sono posta in continuazione la domanda di tutti i fotografi: se sia giusto entrare nell’intimità degli altri. Credo che la risposta, sempre diversa, dipenda da perché e da come si fa – l’importante è che quella domanda lavori sempre dentro di noi.”

In Afghanistan la mortalità materna è 99 volte più alta di quella registrata in Italia e il tasso di mortalità infantile 47 volte più alto: una donna su 14 muore per complicazioni legate alla gravidanza, mentre un bambino su 18 muore prima di compiere i 5 anni. Ciò anche a causa della difficoltà di accesso alle cure mediche dovuta all’insicurezza del conflitto, alle resistenze della famiglia motivate da tabù culturali e religiosi, ai costi da sostenere e alle distanze da percorrere.

Foto: Laura Salvinelli

L’Afghanistan è un pezzo importante della storia di EMERGENCY, ma dopo 20 anni di lavoro anche EMERGENCY è diventata parte integrante della storia del Paese. E tutt’oggi noi continuiamo a rimanere nel Paese con tre ospedali chirurgici, un Centro di maternità e 44 posti di primo soccorso. La reputazione di cui gode EMERGENCY tra la popolazione locale non solo ha garantito sostenibilità alle attività del Centro di maternità, ma ha anche contribuito a dare forma e sostanza a un nuovo ruolo delle operatrici sanitarie nella regione. Oggi le donne che lavorano con noi non sono più semplicemente ‘eccezioni tollerate’ ma stanno diventando velocemente membri rispettati dalle loro comunità, promotrici di cambiamento ed esempio per il superamento dei modelli tradizionali”. ricorda Rossella Miccio, presidente della ONG che lavora in Afghanistan dal 1999.

Nel 2003, accanto al Centro chirurgico del Panshir, EMERGENCY ha aperto le porte del Centro di maternità, ancora oggi l’unica struttura specializzata e gratuita della zona che permette alle donne la formazione necessaria per diventare infermiere, ginecologhe, ostetriche e garantisce alla popolazione femminile di partorire in un ospedale sicuro, un’oasi protetta in cui gli uomini non hanno accesso, e che diventa sia per le pazienti che per lo staff un luogo dove prendersi cura di loro stesse.  Qui sono oltre 7 mila i parti effettuati ogni anno: da quando è entrato in funzione, nel giugno 2003, al dicembre del 2020 nel Centro sono state ricoverate più di 86 mila donne e sono stati fatti nascere più di 65 mila bambini.

L’inaugurazione dell’esposizione si terrà il 10 dicembre alle ore 18.00 presso gli Ipogei Motta, con la presentazione della fotografa Laura Salvinelli, i saluti di Paolo Emilio Stasi, Presidente del Circolo culturale La Scaletta, e dei rappresentanti della Regione Basilicata e del Comune di Matera.

Le fotografie esposte nella mostra sono di Laura Salvinelli, i testi di Virginia Vicario, l’allestimento di Edoardo Delle Donne. L’esposizione è stata organizzata dal Circolo culturale La Scaletta con il patrocinio della Regione Basilicata e del Comune di Matera. L’evento è supportato dai Volontari Open Culture 2019.

L’ingresso alla mostra sarà libero con i seguenti orari:
Dall’11 al 23 dicembre
16:00 – 20:00 | sabati e festivi: 10:00 – 13:00 / 16:00 – 20:00
Dal 24 dicembre al 9 gennaio
10:00 – 13:00 / 16:00 – 20:00

Sarà necessario esibire super Green Pass valido, secondo le vigenti norme anti Covid-19.