Chiediamo di fermare le stragi nel Mediterraneo e il sostegno alle milizie libiche
Alla c.a.
Del Presidente del Consiglio dei Ministri
Mario Draghi
Oggetto: Fermare la strage nel Mediterraneo e cancellare il Memorandum con la Libia
Egregio Presidente Draghi,
la cronaca di queste settimane ci ha consegnato più volte immagini di stragi annunciate e di tragedie che continuano a consumarsi sotto i nostri occhi nel Mediterraneo, sulle nostre coste e su quelle della Libia.
Dal 2017, anno della firma da parte del nostro Governo del Memorandum con la Libia, oltre alla strage di innocenti nel mare, assistiamo anche all’ intervento della cosiddetta Guardia Costiera libica, finanziata con risorse italiane e dell’UE, che ha operato respingimenti riconducendo più di 60 mila persone nei centri di detenzione ufficiali e, soprattutto, in quelli non gestiti dal governo libico ma direttamente dalle milizie.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi è intervenuto più volte, anche di recente durante la visita nel nostro paese, per sottolineare la necessità di interrompere queste operazioni perché la Libia è un Paese non sicuro, dove non ci sono le condizioni per il rispetto dei diritti umani e del diritto d’asilo.
Non è accettabile parlare di salvataggi dei naufraghi, quando nelle sedi istituzionali europee e nazionali è ben noto che essere riportati in Libia significa essere condannati a violenze, torture e abusi di ogni tipo.
L’unica alternativa possibile alle morti in mare non può essere finanziare i libici affinché rimandino i naufraghi in luoghi dove vengono detenuti e le loro vite sono messe a rischio.
Il nostro Paese in passato aveva deciso di mettere in campo una operazione molto importante di ricerca e salvataggio, Mare Nostrum, che oggi sembra essere solo un lontano ricordo.
I successivi interventi, oltre a cancellare le operazioni di soccorso che avevano messo in salvo decine di migliaia di vite umane, hanno compromesso i salvataggi, per l’assenza di un coordinamento delle operazioni di soccorso e i ripetuti fermi amministrativi imposti alle navi delle ONG. Oggi il Mediterraneo è un deserto sotto le cui acque sono seppellite migliaia di vite umane mentre i Governi europei facevano finta di non vedere ciò accadeva a poche miglia dalle nostre coste. Sono oltre 7 mila i morti accertati dal 2017 ai nostri giorni.
Nelle prossime settimane il governo da lei presieduto invierà al Parlamento la Delibera che rinnova le missioni militari e tra queste anche quella che riguarda la Libia.
Se si vuole realmente promuovere il processo di pace in quel Paese e sottrarre la principale arma di ricatto alle milizie e alle bande che continuano a controllare il territorio libico e le sue coste, è necessario cessare ogni sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica ed evacuare velocemente le persone rinchiuse nei centri di detenzione ufficiali e non ufficiali verso Paesi dove i loro diritti, in particolare il diritto a richiedere asilo, siano garantiti.
Devono parimenti cessare i finanziamenti ai centri di detenzione per i migranti, prevedendo al loro posto strutture di prima accoglienza che abbiano standard minimi e garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali delle persone che vi sono accolte, a partire dalla libertà di movimento e garantendo un status di soggiorno legale, anche temporaneo, in Libia, in modo da evitare che i migranti siano esposti a costanti abusi.
Pensiamo che sia necessario altresì promuovere un’azione politica con l’UE per un intervento di ricerca e soccorso ed in particolare riteniamo urgente che l’Italia, in quanto Paese di frontiera, torni a coordinare le attività di SAR nel Mediterraneo e supporti attivamente il lavoro ad oggi svolto dalle ONG. Infine, chiediamo una riforma delle politiche europee d’asilo che vada nella direzione di una ripartizione equa tra gli stati, salvaguardando la dignità delle persone che arrivano alle nostre frontiere, nel rispetto dei principi della nostra Costituzione (ex. art10), della legislazione europea e internazionale.
Siamo certi della sua sensibilità per il rispetto dei diritti umani e delle vite delle persone che arrivano sulle nostre coste e sappiamo quanto le stia a cuore il futuro dell’Europa.
Non possiamo assistere inermi alla strage che ogni giorno avviene sotto i nostri occhi, né tanto meno possiamo continuare a sostenere con risorse pubbliche gruppi che usano la violenza, fino alla strage, per arricchirsi alle spalle di migliaia di innocenti.
Le chiediamo pertanto di fermare questa situazione disumana e di invertire la rotta, dando vita con la cancellazione di ogni sostegno alle milizie libiche che gestiscono la guardia costiera, a una nuova stagione dei diritti che potrebbe rappresentare una rinascita morale per l’UE, oggi sempre più chiusa nei suoi egoismi e succube di sentimenti di odio e di razzismo.
Certi dell’attenzione che dedicherà alle nostre ragioni, le inviamo i nostri migliori saluti.
A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CGIL, CIES, CNCA, CoNNGI, Emergency, Europasilo, Fondazione Migrantes, Intersos, Italianisenzacittadinanza, Legambiente, Medici del Mondo Italia, MEDU, MSF, Oxfam, Refugees Welcome Italia, Senza Confine, SIMM.