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“Tutto è rimasto sotto le macerie della nostra casa.”

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“Siamo costretti a vivere qui, in questa tenda umida.” – comincia a raccontare Edoo Murad.

È seduto per terra, con le gambe incrociate, al fianco della moglie. Lei guarda in basso sfiorando con le dita la punta della gonna fucsia.

“Durante l’avanzata dell’ISIS, io e la mia famiglia abbiamo perso tutto.”  – ci dice mentre sbatte i palmi delle sue mani ruvide, guardando fuori.

“Niente. Non abbiamo più niente. Tutto è rimasto sotto le macerie della nostra casa in Sinjar.”

“Certo, avrei potuto difendermi, fare qualcosa. Ma non potevo, non avevo più neanche le scarpe per camminare. Mia figlia è gravemente malata, ha problemi cardiaci che la fanno vivere sempre in affanno, ma senza lavoro e documenti non sappiamo davvero cosa fare.” – continua.

Come Edoo Murad e la sua famiglia, altre 10.700 persone hanno trovato rifugio qui ad Ashti, perché sono fuggite dalle violenze che ancora oggi stanno insanguinando l’area. Sono senza casa, senza sicurezza e senza prospettive.

Le curiamo nel nostro Centro sanitario all’interno del campo, dove assicuriamo loro il diritto alla salute. Conosciamo tante delle loro storie. Sono fatte di disperazione, e ancora poca speranza.

Quando potranno fare ritorno a casa?

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