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“Se non ci fosse Nadia non so come farei”:
una testimonianza dall’Ucraina

Le medicine sono un problema qui. Se non ci fosse Nadia, non so come farei. L’unica soluzione sarebbe non ammalarsi. Spero solo che la pace torni presto, tutti la aspettiamo”.

Lidia ha 80 anni e vive da sola in un villaggio del Donestk, nell’est dell’Ucraina. Anche se non è vittima diretta dei combattimenti, anche Lidia subisce ogni giorno le conseguenze di una guerra che ha sfaldato il sistema sanitario e distrutto servizi e infrastrutture che permettevano di muoversi in cerca di cure.

Il conflitto ha anche costretto i più anziani e i più fragili a isolarsi in casa, perdendo così il contatto con l’esterno e trascurando la propria salute.

Molte persone non possono recarsi in farmacia perché non ci sono mezzi di trasporto. Gli autobus non circolano, in molti non hanno né auto né biciclette per spostarsi”, racconta Nadia.

Persone come Lidia, fragili e bisognose di cure, sono rimaste di fatto senza assistenza. Il nostro progetto in Ucraina si rivolge a loro: attraverso una rete di ambulatori in 12 villaggi e un gruppo di “Community Health Worker” che girano per il territorio, garantiamo loro quell’accesso alle cure di cui erano rimasti privati.

 

Curiamo le vittime della guerra

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Il progetto fa parte dell’Iniziativa di emergenza a sostegno della popolazione colpita dal conflitto in Ucraina e nei Paesi limitrofi, finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) con un contributo di 46.5 milioni di euro.  
  
L’Iniziativa supporta 26 progetti, gestiti da Organizzazioni della società civile (CSOs) locali, italiane e internazionali che forniscono aiuto umanitario di primo soccorso ai settori sanitario, dell’istruzione, di protezione, idrico e igienico sanitario, di sminamento e del soccorso di emergenza, a beneficio di oltre 900.000 persone.  
  
L’iniziativa arriva dopo il successo del primo appello di emergenza lanciato da AICS nel 2022 e che ha distribuito 14 milioni di euro su 14 progetti in Ucraina, fornendo supporto a oltre 150.000 persone vulnerabili.

AICS