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“Spesso Sara piangeva. L’impatto psicologico sulla nostra famiglia è stato forte”

Veniamo dal nord-est della Siria. Ci siamo trasferiti a Sulaimaniya perché qui la nostra Sara può ricevere gratuitamente le cure adeguate”.

Sara ha riportato gravi lesioni alle gambe dopo l’esplosione di una bomba vicino alla loro casa, in Siria, nel 2019.

La gamba destra ha dovuto essere amputata, la sinistra ha subìto diversi interventi chirurgici per essere risparmiata. Sara ha solo 10 anni.

In quell’esplosione Sara è sopravvissuta. Uno dei suoi fratelli ha perso la vista da un occhio. Un altro è morto sul colpo.

Nel nostro Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale di Sulaimaniya, nel Kurdistan iracheno, Sara ha indossato la sua prima protesi.

Abbiamo dovuto affrontare molte difficoltà. All’inizio non è stato facile accettare questa situazione, né per lei né per noi” raccontano i genitori. “Spesso Sara piangeva. L’impatto psicologico sulla nostra famiglia è stato forte”.

Ora Sara vive a Sulaimaniya, va a scuola, gioca con le amiche.

Intanto, in Siria si è riaccesa una guerra che in 10 anni ha prodotto oltre 300.000 vittime.

Oggi, nel Paese, 2,6 milioni di persone convivono oggi con una disabilità.

Il sistema sanitario, devastato dalla guerra non riesce a far fronte ai loro bisogni.

La guerra non è mai la soluzione, è sempre il problema.

R1PUD1A.

Fonti dati: OHCHR/UNHCR