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“È come se il Salam fosse arrivato a casa nostra”: Il lavoro delle “cliniche satellite” cardiologiche in Sudan

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Con oltre 12 milioni di sfollati interni, la guerra in Sudan ha generato quella che le Nazioni Unite, lo scorso febbraio, hanno definito la “più devastante crisi di sfollati al mondo”.

Già prima dell’inizio della guerra (aprile 2023), il Sudan ospitava più di milione di rifugiati provenienti da diversi Paesi africani.

Con l’avvio del conflitto tra le forze armate sudanesi (SAF) e le Forze di Supporto Rapido (RSF), milioni di persone sono state costrette a fuggire per mettersi al riparo dai combattimenti. Perdendo così, tra le tante cose che hanno dovuto lasciarsi alle spalle, anche la possibilità di accedere a cure essenziali, come quelle cardiologiche.

Per continuare a garantire i servizi sanitari ai pazienti già operati al cuore presso il Centro Salam, abbiamo avviato una rete di Ambulatori cardiologici in alcune delle zone a più alta concentrazione di sfollati. Lì garantiamo i controlli necessari e distribuiamo le terapie che queste persone devono seguire dopo l’intervento. Abbiamo scelto la posizione di queste cliniche per avvicinarci
il più possibile alla nuova localizzazione dei nostri pazienti, di modo che possiamo garantire la continuità di cure che EMERGENCY si è sempre impegnata a mantenere e continuità della quale hanno assoluto bisogno.

Luca Rolla, Direttore del Programma regionale di cardiochirurgia e pediatria in Africa di EMERGENCY 

Il lavoro di EMERGENCY con le cliniche satellite in Sudan

Le “cliniche satellite” di EMERGENCY sono presidi distaccati del nostro Centro “Salam”, collocati in aree facilmente accessibili dalla popolazione. Piccoli Ambulatori cardiologici che abbiamo avviato per raggiungere in modo capillare il maggior numero di pazienti, per garantire anche in un contesto di guerra i farmaci, i controlli periodici e le visite specialistiche di cui hanno bisogno.

Grazie a queste cliniche, siamo riusciti a ristabilire i contatti con il 60% dei pazienti che inizialmente risultavano irrintracciabili.  Ogni giorno, nelle cliniche satellite:

  • Eseguiamo prelievi relativi alla coagulazione del sangue; esami fondamentali per pazienti ai quali sono state sostituite una o più valvole cardiache con protesi meccaniche.
  • Prescriviamo e consegniamo farmaci gratuiti per iniziare, proseguire o adattare la terapia anticoagulante orale, che i pazienti operati devono seguire a vita per scongiurare il rischio di trombosi o emorragie; in base ai risultati degli esami, forniamo indicazioni personalizzate sull’eventuale modifica della dose, per garantire che la terapia sia efficace e sicura.
  • Periodicamente, inoltre, un’équipe specializzata di EMERGENCY raggiunge le cliniche satellite per missioni di screening e follow-up cardiologici per identificare chi, all’interno della comunità, potrebbe aver bisogno di un intervento cardiochirurgico o per svolgere controlli post-operatori.

Circa 5.000 pazienti cardiopatici in cura al Centro Salam sono dovuti fuggire dalla capitale a causa della guerra, per cercare riparo in luoghi più sicuri. Ma allontanarsi così tanto dal nostro Centro - centinaia o addirittura migliaia di chilometri - li ha costretti a dover rinunciare alle terapie che da noi ricevevano gratuitamente. Come quella anticoagulante, fondamentale per i pazienti operati al cuore e che devono seguire per tutta la vita.

"È come se il Salam fosse arrivato a casa nostra", ci ha detto uno dei pazienti della "clinica satellite" a Gedaref mentre aspettava il suo turno per la visita di controllo. In poche parole è riuscito a descrivere lo scopo di questo progetto, nato a partire dai bisogni delle persone che curiamo ogni giorno.

Gehan Hashim, coordinatrice delle cliniche satellite di EMERGENCY in Sudan

Le attività degli Ambulatori cardiologici di EMERGENCY a Kassala, Gedaref e Port Sudan sono finanziate da Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

AICS