2025: un anno di guerra, ma…
Il bilancio di quest’anno è racchiuso in sole 6 lettere: guerra.
Guerra ai civili inermi, alle strutture sanitarie, a chi salva vite.
Guerra ai diritti, alla libertà di movimento a terra e in mare, alla sopravvivenza di intere popolazioni.
Guerra agli aiuti umanitari, trasformati in armi o strumentalizzati da chi avrebbe il dovere di proteggere le vittime.
Guerra alla salute, al clima, alla coesione sociale, con risorse sempre più dirottate verso riarmo e difesa.
Guerra alla solidarietà, anche a quella di una flotta civile in missione pacifica per rompere un assedio illegale.
Guerra al futuro, perché la logica bellicista soffoca crescita, pace e stabilità per le nuove generazioni.
Guerra alle Convenzioni internazionali, delegittimate e aggirate.
Guerra a chi alza la voce contro le ingiustizie.
Guerra all’informazione, contaminata dalla propaganda di guerra per volerla legittimare a tutti i costi (letteralmente).
Guerra alla nostra Costituzione, sacrificata agli interessi della guerra e violata nei principi dell’Articolo 11.
Un anno di guerra, sì. Ma anche…
Un anno in cui milioni tra noi hanno scelto di alzare lo sguardo, di alzarsi in piedi, di non voltarsi dall’altra parte.
Un anno in cui abbiamo continuato a ripudiare la guerra, riaffermando il dettato costituzionale che onora la nostra democrazia.
Un anno in cui abbiamo riscoperto la forza della partecipazione nelle piazze.
Un anno in cui non ci siamo stancati di ripetere che nessuno di noi sarà libero finché i diritti di qualcun altro vengono calpestati.
Un anno in cui la voce della solidarietà ha contrastato il rumore dell’odio, dei razzismi e dei fascismi che si propagano.
Un anno in cui si è fatta concreta la consapevolezza che un altro mondo è possibile se lotte diverse si uniscono in un’unica grande lotta di pace.
Un anno che ci ricorda, ancora una volta, che la guerra non è inevitabile e che le vittime civili sono la sua sola e unica realtà.
Ma anche che il cambiamento sarà realmente possibile solo se continueremo a riconoscerci, a restare uniti.