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Istantanee di vita al Centro pediatrico di EMERGENCY a Nyala

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Sudan: una delle peggiori crisi umanitarie al mondo

Quasi 12 milioni di sfollati, oltre la metà bambini. 3.6 milioni tra loro in condizione di malnutrizione acuta.

Questo è oggi il Sudan dopo quasi tre anni di guerra: una delle peggiori crisi umanitarie al mondo.

Il Darfur, dove si sono rifugiati 5,5 milioni e mezzo di sfollati in fuga da città ancora sotto assedio, è devastato da violenza, fame e sfollamenti di massa. L’eredità dei conflitti precedenti nella regione esaspera condizioni di vita già al limite, l’insicurezza alimentare e la diffusione di malattie, sempre più rapida.

A Nyala, nel Sud Darfur, continuiamo a offrire cure sanitarie gratuite ai bambini e alle loro madri per garantire l’accesso alle cure alla popolazione sempre più vulnerabile.

[Fonti: OCHA, IOM, UNHCR, Food Security Information Network]

Semi di salute

Le sessioni di promozione sanitaria all’interno dei Centri pediatrici di EMERGENCY si riconoscono subito: una fila di donne, molte di loro con in grembo i loro bambini, ascoltano attentamente le parole delle nostre health promoter. Guardando con attenzione i loro gesti, riportati come promemoria anche sui manifesti illustrati appesi alle pareti.

Parlano di malaria, diarrea, vaccinazioni, dell‘importanza dell‘allattamento e di uno svezzamento sicuro le madri osservano passo dopo passo azioni e buone pratiche che esemplificano momenti chiave della vita della madre e del bambino nei primi mesi e anni di vita.

Aisha ha sulle gambe la sua piccola Fatah: da giorni non riesce a trovare cibo adeguato per la bambina, quel poco che si trova al mercato è spesso troppo costoso e inadatto a bambini così piccoli. Una delle conseguenze dell'”economia di guerra” istaurata dopo lo scoppio del conflitto nel 2023.

In questo incontro ha imparato a selezionare i pochi ingredienti disponibili sui banchi del mercato per prepararle una zuppa proteica nutriente .

Gulsh ha appena chiesto se i sintomi del suo Justin sono riconducibili alla malaria e cosa può fare per curarlo: è necessario che l’area dove dorme suo figlio sia avvolta da una zanzariera più spessa e che il bambino non entri in contatto con l’acqua stagnante pervasa dai rifiuti che nei campi sfollati non si riescono a smaltire.

Quelli che indica Muna, promotrice sanitaria sudanese di EMERGENCY sono supporti analogici: in un Paese in guerra come il Sudan, spesso avere un telefono o una connessione internet è un miraggio o un privilegio per chi se lo può permettere. La scelta della carta è fondamentale se vogliamo che le informazioni siano sempre chiare e accessibili.

Il Darfur continua a essere una delle regioni più colpite dalla violenza della guerra: dal 2023 vive la combinazione devastante tra conflitto attivo, fame e sfollamenti di massa: milioni di persone hanno perso la casa e i mezzi di sussistenza, mentre i civili – in particolare donne e bambini – restano i più colpiti dalla violenza, dalla malnutrizione e dalla mancanza di cure.

Da oltre vent’anni la ragione vive una crisi complessa, fatta di scontri, insicurezza alimentare e gravi emergenze sanitarie.

La salute si previene anche con piccoli gesti quotidiani, ma cresce come un albero che fa ombra e frutti per tutta la comunità. Il nostro lavoro ha l’obiettivo di seminare consapevolezza, così che nessun bambino debba soffrire per ciò che possiamo prevenire.”

Sostenere le madri nella crescita dei loro figli significa renderle capaci di compiere scelte consapevoli, attraverso strumenti pratici e indicazioni sempre aggiornate.

Inoltre, una madre informata diventa fonte di conoscenza anche per altre donne, grazie alla condivisione delle esperienze e del passaparola, lo strumento di comunicazione più potente nelle aree più remote del Paese.

L’abbraccio della cura

A volte, un pigiama non è solo un pigiama.

Indossare un pigiama pulito, meglio se colorato, può trasformare il modo di vedere l’esperienza in un ospedale: da luogo estraneo e freddo a spazio più familiare e confortevole.

Significa considerare il paziente come persona e non solo come numero o malato.

Diventa simbolo di protezione, conforto, dignità e cura, in un ambiente sicuro e umano.

Nel reparto pediatrico del nostro Centro a Nyala, ciascuno dei 16 letti del reparto di degenza racconta una storia: all’ora di pranzo, il carrello trainato da Daisy si ferma davanti a quello di Hali, un bambino di 4 anni affetto da anemia falciforme. 

La diffusione dell’anemia falciforme tra i bambini sudanesi varia in modo significativo in base alla regione e alla popolazione. Gli studi disponibili mostrano una forbice che varia dal 2% al 30,4%, con picchi nelle regioni occidentali del paese, come il Darfur e il Kordofan; in alcune comunità locali si riscontrano casi fino al 30%. 

L’anemia falciforme è una malattia genetica del sangue, in cui i globuli rossi assumono una forma a falce, causando diversi problemi clinici. Tra i principali sintomi ci sono stanchezza e pallore, dolori alle ossa, addome e articolazioni dovuti alle crisi vaso-occlusive, e infezioni frequenti legate alla ridotta funzionalità della milza.

In un contesto di guerra come quello del Sudan, il trattamento di questa patologia incontra ostacoli quotidiani spesso difficili da sormontare, poiché le famiglie non riescono a raggiungere le strutture sanitarie in tempo per accedere programmi di prevenzione che scongiurino complicazioni potenzialmente letali delle malattie.

“Quando lo abbiamo visitato in pronto soccorso, Hali era pallido, aveva un colorito giallastro, piangeva ininterrottamente, con il respiro affannato, il battito cardiaco accelerato. Da giorni aveva completamente perso l’appetito. 

Sua madre non sapeva più come calmarlo: alternava momenti di crisi a momenti di apatia: con l’anemia, il cervello e i muscoli ricevono meno ossigeno e i bambini passano molte ore della giornata in uno stato letargico sempre più preoccupante” spiega Salim, pediatra sudanese di EMERGENCY.

Lo abbiamo inserito con urgenza nel programma trasfusionale, per ristabilire l’equilibrio ematico. Nel Centro è operativa una “banca del sangue” dove gestiamo e processiamo il sangue che raccogliamo grazie alle donazioni della comunità locale. Hali, affetto da una forma di anemia cronica, avrà bisogno di una terapia farmacologica e di controlli di follow-up a vita, che garantiremo fino ai 14 anni, offrendo alla sua famiglia farmaci ritirabili gratuitamente al bisogno presso la farmacia del nostro Centro.

“Un pigiama non è solo un pigiama”, abbiamo scritto all‘inizio di questa storia: insieme ad ambienti funzionali e belli e pasti gratuiti, anche il pigiama colorato di Hali è parte di un’idea di cura che va oltre le prescrizioni della terapia. Ha l’obiettivo di farci pensare che anche noi faremmo curare in questo ospedale le persone che ci stanno a cuore.

Codice rosso

“Emergenza”: grave compromissione delle funzioni vitali. Accesso immediato a cure e trattamento.

Nome: Waili

Età: 10 mesi

Provenienza: Campo di Al Hamidiya, Zalingi, stato del Darfur centrale (Sudan)

Diagnosi: malnutrizione acuta e polmonite grave.

“Stabilizzare”: mettere in atto tutte le misure necessarie per mantenere in vita il paziente e impedire che le sue condizioni peggiorino ulteriormente. In poche parole: fare di tutto perché resti in vita.

All’arrivo nel nostro Centro pediatrico di Nyala, il piccolo Waili mostrava segni preoccupanti di grave malnutrizione acuta (in inglese SAM – Severe acute malnutrition): era emaciato, privo di energie, bisognoso di ricevere cure prolungate.

Le sue condizioni erano molto delicate. Per questo, non poteva ricevere subito troppe calorie.

Prima della guerra, per i bambini come Waili affetti dalla SAM, il nostro servizio gratuito di ambulanze garantiva trasferimenti verso i centri specialistici operativi nella zona. Ma in oltre due anni e mezzo di guerra, il sistema sanitario è collassato: oggi il 70% delle strutture sanitarie in Sudan è fuori uso o solo parzialmente funzionante.

Per superare i ritardi potenzialmente fatali nelle procedure di trasferimento – a rese ancore più complesse e pericolose dalle difficoltà logistiche e di movimento imposte dal conflitto– e per garantire cure immediate ai bambini, abbiamo scelto di destinare alla stabilizzazione dei pazienti in condizioni gravi alcuni dei posti letto dedicati della nostra corsia di degenza. Waili è stato ricoverato immediatamente in quest’area: il nostro staff monitora costantemente le sue condizioni di salute.

Primo passo: trattamento di reidratazione delicata, vitamine essenziali, antibiotici per combattere la polmonite.
Spieghiamo alla madre di Waili che il suo bambino avrà bisogno di un percorso di cura lungo e completo.

Insieme agli altri pazienti e familiari che li accompagnano, Waili e sua madre partecipano alle nostre sessioni informative su nutrizione, igiene e allattamento sicuri, preparandosi al giorno in cui Waili potrà essere dimesso.

“I codici rossi che riceviamo a Nyala sono sempre più spesso bambini malnutriti. L’accesso insufficiente al cibo, all’acqua potabile, a ripari adeguati e ai servizi essenziali hanno un impatto diretto sulla loro salute e sulla loro sopravvivenza.”

“Dall’inizio del 2025, circa il 40% dei nuovi pazienti nella fascia 6–12 mesi – come Waili – è malnutrito in forma grave o moderata. Sono due bambini su cinque”, spiega Nafisa, Coordinatrice medica di EMERGENCY a Nyala.

“Se analizziamo i ricoveri nello stesso periodo, il 35% sono stati di bambini sotto il primo anno di età. Riceviamo una media di 18 codici rossi ogni mese, significa che circa ogni due giorni un bambino arriva in condizioni critiche.”

L’illustratrice del progetto: Simonetta Capecchi

Simonetta Capecchi è un’illustratrice specializzata in reportage e mappe illustrate.

Dal 2015 cura una rubrica mensile di illustrazioni per la rivista di viaggi DOVE.
Collabora con il Parco Archeologico di Pompei, per cui ha realizzato la nuova mappa illustrata degli scavi.
Negli ultimi quindici anni ha partecipato attivamente alla comunità internazionale degli Urban Sketchers, tenendo workshop e realizzando reportage illustrati.

Il suo ultimo libro è “Gli ulivi di Capri. Una storia di agricoltura eroica” (Electa, 2024).

Le attività pediatriche di EMERGENCY a Nyala sono co-finanziate da European Union Civil Protection and Humanitarian Aid.

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