Covid-19: il lavoro nei nostri ospedali nel mondo
Afghanistan - Eritrea - Iraq - Repubblica Centrafricana - Sierra Leone - Sudan - Uganda - Tutti i nostri ospedali
Nei nostri progetti in tutto il mondo le attività proseguono.
In tutti i nostri ospedali abbiamo attivato protocolli specifici per prepararci all’arrivo del virus, anche nei Paesi finora non colpiti dalla pandemia.
Attraverso la formazione specifica dello staff, l’allestimento di aree di triage e la compartimentazione degli spazi e dei flussi potremo intercettare i casi sospetti all’ingresso, per riferirli alle strutture competenti, e minimizzare il rischio di contagi all’interno degli ospedali.
Afghanistan
“Con il sistema sanitario in macerie a causa di un conflitto senza fine, l’Afghanistan difficilmente sarebbe in grado di rispondere a un’epidemia di Covid-19”, ci spiega Marco, coordinatore dei nostri progetti nel Paese.
Sierra Leone
“Siamo sempre rimasti aperti e operativi anche durante Ebola, oggi Covid-19 non ferma le nostre attività”, ci racconta Samuele. Continuiamo a garantire cure di chirurgia e traumatologia ad adulti e bambini, come facciamo da 19 anni, e prosegue il “Programma Soda” – unico nel Paese – per curare le conseguenze da indigestione accidentale della soda da parte dei più piccoli.
Sudan
“In un contesto caratterizzato da una sanità molto fragile e da tante altre malattie come colera, malnutrizione e malaria, un’epidemia di Covid-19 aprirebbe uno scenario drammatico”, ci racconta Giacomo. “Le nostre strutture nel Paese non hanno interrotto le attività nemmeno un giorno: siamo al lavoro senza sosta e controlliamo ogni dettaglio affinché i nostri ospedali siano sempre ‘Covid-free’, grazie anche alla comunicazione costante con i nostri colleghi al lavoro negli ospedali in Italia”.
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