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Kabul: attacco suicida in moschea del ministero dell’Interno, 20 feriti ricevuti

5 Ottobre 2022

È di 20 feriti di cui 2 morti all’arrivo il bilancio delle ammissioni al Centro chirurgico per vittime di guerra di EMERGENCY a Kabul a seguito dell’attacco suicida avvenuto alle 13.45 afgane all’interno della Moschea Al-Fatah nel complesso degli edifici del ministero dell’Interno nella capitale.

Dopo l’attentato nel centro educativo Kaj, avvenuto il 30 settembre che ha provocato oltre 50 morti, per la maggior parte studentesse, è la seconda mass casualty gestita nel giro di pochi giorni dall’ospedale di EMERGENCY nella capitale, ma sono già 23 dall’inizio dell’anno.

“Attorno alle due del pomeriggio abbiamo iniziato a ricevere nel nostro ospedale alcuni pazienti, ma non avevamo avuto nessuna notizia di un attentato – spiega Dejan Panic, coordinatore di EMERGENCY in Afghanistan. – Nel corso di pochi minuti, il numero di feriti è aumentato e i pazienti hanno raccontato di un attacco suicida causato dall’esplosione di un BBIED (Body Borne Improvised Explosive Device).”

Abbiamo ricevuto finora 20 feriti, tutti uomini adulti, di cui 16 pazienti ammessi, 2 morti all’arrivo e 2 feriti curati in Pronto Soccorso. Il numero purtroppo potrebbe aumentare ancora nelle prossime ore e potremmo ricevere pazienti da altre strutture vicine”.

Dopo agosto 2021, infatti, sono continuati gli attentati nella capitale. Secondo UNAMA nel periodo compreso tra metà agosto 2021 e metà giugno 2022 sono state 2.106 le vittime civili (700 morti, 1.406 feriti) di attacchi riconducili a gruppi armati. EMERGENCY durante quest’anno ha gestito nel suo Centro chirurgico per vittime di guerra di Kabul 22 mass casualty per un totale di oltre 300 pazienti.

A distanza di un anno dall’abbandono delle forze internazionali e dall’instaurazione del governo talebano in Afghanistan EMERGENCY ha registrato più di 16.000 ammissioni negli ospedali di Kabul, Lashkar-gah, Anabah; 3.000 ammissioni solo a Kabul, dove ancora per più del 90% si è trattato di vittime di guerra. Questi i numeri dei centri ospedalieri dell’associazione in un Paese che si trova ora vicino al collasso con più di 23 milioni di afgani a rischio di grave insicurezza alimentare, una crisi economica devastante, l’aumento della povertà, della criminalità e del bisogno di servizi essenziali.