Il team di EMERGENCY al primo sbarco al porto di Augusta
Questa mattina nel porto commerciale di Augusta c’è stato il primo sbarco del team di EMERGENCY, che da una settimana presta assistenza sanitaria a bordo della nave Responder dell’ong Moas. Dal Responder sono sbarcati 387 migranti, 9 bambini e 57 donne, di cui 3 incinte. Ad attenderli in banchina c’era un altro team di EMERGENCY che ha preso in consegna i pazienti in condizioni più critiche.
“Ci ho messo più di un anno per arrivare in Libia” K. Ha 20 anni ed è della Sierra Leone. Rimasto orfano quando ancora era un bambino ha vissuto per anni in condizioni di povertà. Per questo, quando ne ha avuto la possibilità, si è messo in viaggio sperando in una vita migliore. “In Libia ho trascorso 4 mesi lavorando come autista. Un giorno, rientrando dal lavoro, sono stato fermato per strada da una banda di uomini armati. Mi hanno picchiato e derubato di tutto il denaro che avevo. Al momento, il pericolo maggiore in Libia è proprio questo – racconta K. – essere picchiati e derubati da bande armate. Perché in Libia c’è una grande instabilità e i criminali ne traggono profitto. Soprattutto ai danni di persone che come me provengono dall’Africa subsahariana”.
“Curiamo i migranti direttamente in mare – dice Luca Corso, medico di EMERGENCY – e continuiamo a seguirli a terra, nei porti siciliani e in altri posti in Italia, dove i bisogni sono più evidenti”.
La missione congiunta di EMERGENCY e MOAS è iniziata una settimana fa e ha già permesso il salvataggio di 540 migranti che viaggiavano su imbarcazioni precarie nel Canale di Sicilia, tentando di raggiungere l’Europa. In particolare, il nostro staff composto da sei persone – medici, infermieri e mediatori – è a bordo della Responder per effettuare assistenza medico-sanitaria e mediazione culturale e occuparsi di tutti i bisogni post salvataggio.
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Simonetta Gola, +39 348 3034282, simonetta.gola@emergency.it
13 giugno 2016