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EMERGENCY in tribunale per ribadire l’articolo 32 della Costituzione

23 Marzo 2017

Nel nostro Paese il diritto alle cure è stabilito dall’articolo 32 della Costituzione, che riconosce la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Eppure nella pratica sempre più persone – italiane e straniere – oggi incontrano barriere nell’accesso ai servizi sanitari.

Negli ultimi mesi, EMERGENCY, insieme ad ASGI, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, ha ottenuto un importante risultato: un procedimento giudiziario sul rifiuto di accesso alle cure si è concluso positivamente.

Il ricorso riguardava Tamara*, una donna ucraina che vive e lavora in Italia da tanti anni, affetta da una patologia degenerativa alle articolazioni delle gambe. A seguito di un peggioramento del suo stato di salute, Tamara si è rivolta a due strutture pubbliche, a Ravenna e a Lugo, per ricevere assistenza sanitaria. Entrambe le hanno negato la possibilità di essere operata a carico del servizio sanitario nazionale, ritenendo tale operazione, seppur urgente, una prestazione di tipo programmabile che quindi non rientrava tra le cure “salvavita”.

Tamara si è rivolta all’unità mobile di EMERGENCY a Bologna, che fino allo scorso dicembre ha offerto servizi di orientamento socio-sanitario alle fasce vulnerabili della popolazione. Nonostante ripetute richieste di EMERGENCY e una formale diffida, la struttura sanitaria non ha riconosciuto un’evidenza che, invece, il Giudice ha colto immediatamente: la legge garantisce espressamente le cure essenziali, urgenti e continuative- cioè volte ad evitare l’aggravamento o la cronicizzazione della malattia – a tutti, nessuno escluso.

Con l’ordinanza del 28 febbraio scorso, il Tribunale di Ravenna ha affrontato un caso che non risulta avere precedenti in Italia, in un contesto in cui il rifiuto di prestazioni sanitarie essenziali, espressamente garantite dalla legge, è un problema sempre più frequente su tutto il territorio nazionale.

* Per la privacy della paziente si è scelto di utilizzare un nome di fantasia