EMERGENCY: negare i diritti degli altri non servirà a difendere i nostri
In queste ore il ministro dell’Interno insiste sulla necessità di fare un censimento dei Rom presenti nel nostro Paese.
Il calendario sembra tornato indietro di 80 anni, quando l’Italia fece la prima schedatura degli ebrei. Qualcuno immaginava nel 1938 che quel censimento – all’epoca apparentemente innocuo – avrebbe portato solo 5 anni dopo all’internamento e allo sterminio di milioni di persone?
Per evitare il ripetersi di quell’atrocità, la Costituzione italiana nega la possibilità di schedare le persone per etnia o per religione.
Farlo oggi significherebbe non solo violare la Costituzione, ma cancellare 200 anni di progresso dell’umanità: l’identificazione della responsabilità del singolo non può mai – mai – essere attribuita al gruppo etnico o religioso a cui appartiene.
“Quella del ministro dell’Interno è solo propaganda? Si, probabilmente, ma questa propaganda continua a produrre veleno, sdoganando la violenza, il disprezzo per gli ultimi – migranti o poveri che siano -, l’odio. È l’invenzione del razzifascismo”, dice Gino Strada, fondatore di EMERGENCY.
Rifiutiamo l’idea di una società senza moralità, che si autogiustifica nella guerra al diverso.
In un momento difficile come quello in cui viviamo, rabbia e paura sono sentimenti diffusi, e forse anche comprensibili. Ma non è negando diritti ad altre persone che si riusciranno a difendere i propri.
Non rimaniamo in silenzio davanti a questa follia.
Chiediamo che la politica smetta di produrre slogan, lavori per trovare forme di convivenza dignitose e affronti i veri temi della povertà e del disagio sociale. E chiediamo che i milioni di persone che agiscono ogni giorno per costruire un Paese migliore inizino a mobilitarsi e a far sentire la propria voce.