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Replica agli argomenti de l’Espresso

Nonostante pretenda di essere informato, l’articolo pubblicato da L’Espresso sulla nomina della nuova Presidente di EMERGENCY e subito ripreso da altre testate è basato su informazioni false.

L’avvicendamento delle cariche all’interno di un’associazione è sempre un momento difficile, ma le motivazioni sono molto chiare: non ci sono divergenze sulle idee e i valori fondanti di EMERGENCY, ma diverse visioni organizzative e gestionali.

Inoltre:

  • Il Consiglio direttivo di EMERGENCY ha deciso di nominare presidente Rossella Miccio per la sua esperienza maturata nello sviluppo dei progetti umanitari dell’associazione e la sua competenza nell’ambito delle relazioni internazionali per consentire all’esecutivo, dopo anni che ne aveva ricevuto il mandato, di sviluppare la presenza di EMERGENCY in campo internazionale.
  • La questione dei contributi da parte di aziende non è nemmeno stata oggetto della discussione del Consiglio direttivo. EMERGENCY non ha ricevuto soldi dalle aziende riportate nell’articolo e non li riceverà, anche in base a quanto previsto dal codice etico in uso. Tutte le entrate dell’associazione sono riportate dettagliatamente sul bilancio pubblicato sul sito e ovviamente non c’è traccia di alcun contributo proveniente da queste fonti. Non abbiamo mai preso soldi da ENI, Salini e/o Impregilo. Salini sta fornendo, e per questo li ringraziamo, una consulenza tecnica al team che sotto la guida di Renzo Piano sta lavorando con noi alla costruzione dell’ospedale in Uganda.
  • EMERGENCY riceve finanziamenti da alcuni dei governi dei Paesi in cui opera. Lo fa dal 2005. Soldi dai “poteri forti”? Non proprio: si tratta di contributi che i governi hanno deciso di concederci dopo anni di lavoro nel Paese, che dimostrano l’apprezzamento che le autorità e le persone hanno del nostro lavoro e che mirano alla sostenibilità del progetto in vista di un futuro passaggio di consegne delle strutture sanitarie alle autorità del Paese.
  • Al di là del suo lavoro di chirurgo, Gino Strada è impegnato da sempre a promuovere una cultura di pace, prendendo posizioni sempre molto nette in difesa dei diritti umani. Il suo impegno gli è stato riconosciuto negli ultimi anni anche con premi internazionali, tra cui il Nobel alternativo. Gino Strada sta lavorando insieme a EMERGENCY a una iniziativa culturale per l’abolizione della guerra: difficile pensare che possa essere il mandante dello snaturamento dell’organizzazione.
  • È svilente parlare di “fedelissimi del fondatore”. L’associazione è gestita da persone che sono state scelte in base alle proprie competenze professionali e alla coerenza dimostrata nello sviluppo del “progetto EMERGENCY” come lo intendevano i fondatori. Questo gruppo non deve la propria legittimazione a una presunta fedeltà a Gino Strada, ma ai risultati raggiunti. Negli ultimi 5 anni EMERGENCY ha aumentato il numero di persone curate nel mondo da 5 milioni nel 2012 a oltre 8 milioni nel 2017, ha aperto più di 30 nuovi progetti in Italia e nel mondo tra cui il nuovo centro di eccellenza che stiamo costruendo in Uganda e ha ricevuto tanti riconoscimenti in tutto il mondo.
  • Il direttivo al suo interno può sempre revocare cariche e poteri e riconoscerne di nuovi. Nel direttivo – su ventuno membri – dieci sono volontari che mettono il loro tempo e le loro competenze professionali a disposizione di EMERGENCY gratuitamente. Non avrebbero nulla da perdere se il loro ruolo venisse messo in discussione.
  • Non c’è nessuna eredità di Gino Strada in ballo: questa non è un’associazione che si eredita ma di cui si fa parte per meriti e comunanza di intenti. Fortunatamente Gino Strada è ancora molto presente nella vita dell’associazione ed è intenzionato a continuare a esserlo.