Lo staff di EMERGENCY era presente allo sbarco dei migranti soccorsi da Open Arms
Mesi fa, dopo l’imposizione del Codice di condotta, avevamo temuto che fosse in atto una vera e propria guerra contro i migranti. Abbiamo continuato a fare il nostro lavoro, lottando a fatica contro la macchina del fango che continua a colpire le ONG. Dopo quello che sta accadendo in questi giorni, però, ci rendiamo conto che la guerra che avevamo temuto è ancora in corso e sta letteralmente criminalizzando la solidarietà.
Il nostro staff era presente a Pozzallo per offrire assistenza ai 218 migranti sbarcati sabato scorso, soccorsi dalla nave Open Arms della ONG spagnola ProActiva, sequestrata il giorno dopo. Siamo molto preoccupati per il sequestro, un ulteriore elemento della vera e propria campagna di discredito contro chi si occupa dei soccorsi in mare.
I migranti in fuga dalla Libia non possano essere rinviati proprio in un Paese dove nessuna condizione richiesta dal diritto internazionale in materia di asilo può essere soddisfatta.
La politica attuale è destinata ad aumentare il numero dei morti nel Mediterraneo e a intossicare il dibattito pubblico. Pensiamo alla guida alpina che rischia cinque anni di carcere per aver soccorso una donna nigeriana, all’ottavo mese di gravidanza, che giorni fa stava cercando di attraversare il confine tra Italia e Francia. La solidarietà è ufficialmente un crimine?
EMERGENCY si augura che questo tipo di accuse crollino nelle sedi istituite e che le indagini siano rapide, per dimostrare che il soccorso è un dovere, non un reato.