Una storia che si ripete troppe volte in Afghanistan
J. è arrivato nel nostro ospedale a Kabul, circa due mesi fa, insieme a due cuginetti. Tutti e tre feriti dall’esplosione di una mina.
J. ha riportato le ferite più gravi, a entrambe le mani e sul viso.
Stavano giocando quando hanno trovato un piccolo oggetto, “sembrava fatto di acciaio”. Quando J. ha provato ad aprirlo, è esploso.
La famiglia ha subito portato i tre bambini nel nostro Posto di primo soccorso, dove li abbiamo stabilizzati. Poi il viaggio a Kabul sulla nostra ambulanza.
Tutti e tre hanno subito diverse operazioni. Sono rimasti in ospedale parecchi giorni, con i due cuginetti che si prendevano cura di J., lo aiutavano a mangiare, giocavano con lui. “Un giorno stavo passando e ho visto uno di loro dividere un succo di mela con J., un sorso per uno”.
Quello che è successo a J. e ai sui cugini è una storia che si ripete troppe volte in Afghanistan. “Ci sono persone che raccolgono lattine e metalli dalla strada, per provare a rivenderlo o a scambiarlo con biscotti o cioccolato”, raccontano i nostri colleghi. “Purtroppo non tutti sanno riconoscere gli oggetti pericolosi come mine e ordigni inesplosi. Specialmente i bambini”.