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“Un vuoto che cerchiamo di riempire”

Certe volte ti ritrovi a pensare “è impossibile”.

Anche mentre ascolti uno sfogo, dietro alla cornetta di un telefono, prima di fissare l’appuntamento per la prossima consegna dei pacchi alimentari.

Anche nello sconforto, però, continuano a esserci tanta dignità e riconoscenza: dall’altro capo del filo le persone continuano a volersi mostrare positive. Perché, ci dicono, “con voi sento che c’è qualcuno a cui posso affidarmi. Ci fate sentire che non siamo completamente soli”.

Come la signora B., che quando ci risponde sembra contenta come quando fai entrare il sole dalla finestra.

Come V. e i due suoi figli, che fino a poco tempo fa dormivano in tre nella stessa stanza.

Come le due figlie piccole di un’altra delle persone che aiutiamo, che volevano invitarmi a casa per giocare con loro: ormai mi vedono come “un’amica di famiglia”.

Ogni settimana, con il progetto “Nessuno Escluso”, scopriamo un mondo di storie di nuove vulnerabilità che rivelano qualcosa di difficile da spiegare. È come un vuoto che va oltre, e che noi, con “Nessuno Escluso”, cerchiamo di riempire.

— Anna, volontaria di EMERGENCY, da Piacenza