Un viaggio lungo 4.000 km
Aisha e Hawa, 2 e 7 anni, arrivano al Centro pediatrico di Port Sudan in gravi condizioni. Vengono dalla Nigeria, accompagnate dalla madre che parla solo l’hausa, una lingua che nessuno del nostro staff conosce: per fortuna, altre madri presenti in ospedale riescono a comunicare con lei e ci aiutano a tradurre. Già altri 3 fratelli, ci racconta la donna, sono morti per lo stesso male: più volte si è recata presso gli ospedali locali di Kano, la sua città, senza mai riuscire a ottenere una risposta adeguata. La condizione delle bambine, intanto, continuava a peggiorare.
Non sapeva più cosa fare o a chi rivolgersi finché, un giorno, alcuni suoi cugini che vivono nei pressi di Port Sudan le hanno parlato di EMERGENCY e di “un centro che fornisce ottime cure pediatriche, gratuitamente”. Così la donna ha deciso di partire: i tre hanno affrontato un viaggio lungo 4.000 km in autobus e in camion per arrivare qui.
Dopo aver fatto alcuni esami i nostri medici hanno capito il problema: le bambine soffrono di insufficienza respiratoria acuta, sepsi e anemia falciforme, una malattia genetica del sangue molto comune in quest’area. Una patologia da cui non si può guarire completamente ma che con un adeguato trattamento si può limitare e gestire.
Fin dal primo giorno di permanenza qui al Centro le loro condizioni sono migliorate notevolmente e ieri, otto giorni dopo il ricovero, le abbiamo dimesse. Torneranno da noi tra due settimane per una visita di follow-up e nel frattempo staranno qui in città, ospiti dai loro cugini.
La nostra soddisfazione è immensa: perché siamo riusciti ad aiutare Aisha e Hawa e perché lavorando ogni giorno con serietà e passione, rispondendo ai bisogni in modo professionale e umano, la nostra reputazione si è estesa oltre i confini del Sudan, arrivando anche a 4.000 km di distanza.
– Chiara, staff di EMERGENCY
Questo progetto è co-finanziato da Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo