Un nuovo tassello nel nostro Programma Regionale in Africa
Nel mese di ottobre Luca, Coordinatore del nostro Programma Regionale di cardiochirurgia e Maria, cardiologa storica di EMERGENCY, sono stati ad Asmara, la capitale dell’Eritrea, per la prima missione di screening cardiologico nel nuovo ambulatorio inaugurato all’Orotta Medical Surgical National Referral Hospital, l’unico ospedale pubblico di riferimento per tutto il Paese.
Da 12 anni, il nostro Centro Salam di cardiochirurgia di Khartoum in Sudan accoglie pazienti provenienti da 30 Paesi, per garantire cure cardiochirurgiche gratuite a coloro che sono affetti da patologie cardiache, congenite o acquisite. Il nostro staff svolge periodicamente missioni di screening in Paesi diversi dal Sudan, nelle strutture di EMERGENCY oppure presso strutture sanitarie governative – per individuare i pazienti che hanno bisogno di essere ricoverati e operati a Khartoum.
“Le missioni di screening che abbiamo svolto in Eritrea sono da sempre state molto numerose – spiega Luca. Dopo l’Etiopia, l’Eritrea è il secondo Paese da cui proviene il maggior numero di pazienti che operiamo a Khartoum. Dall’inaugurazione del nostro Programma Regionale, nel 2007, i pazienti trasferiti e operati nel Centro Salam dall’Eritrea sono stati 180, con un’età media pari a 29 anni. È anche per questo motivo che abbiamo deciso di rafforzare il nostro intervento nel Paese, contribuendo all’apertura dell’ambulatorio cardiologico presso l’Orotta Hospital, dove garantiremo anche un’attività ambulatoriale per il controllo della coagulazione e la prescrizione della terapia anticoagulante. In questo modo, assicureremo non solo gli interventi chirurgici ma anche costanti controlli post-operatori e l’invio gratuito dei medicinali ai pazienti eritrei operati al Centro Salam — continua a raccontare Luca di ritorno dalla missione.
Siamo molto soddisfatti di aver aggiunto questo tassello al Programma Regionale, perché risponde ancora una volta all’obiettivo che ci siamo prefissati fin dall’inizio delle attività: consolidare i rapporti con i ministeri della Sanità di altri Paesi per garantire a quante più persone possibili il diritto universale alla cura.”
Questo progetto è finanziato da Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo