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Un aggiornamento da Chisinau, Moldavia

In questi giorni a Chisinau abbiamo visto famiglie, tante donne e bambini in file ordinate, con i loro trolley al seguito.

I bambini e i ragazzi sono quelli con lo sguardo più spaventato, perso. Si sono ritrovati ad abbandonare tutto da un momento all’altro, non si immaginavano un’escalation coì veloce del conflitto. Dopotutto, era inattesa anche per gli analisti internazionali, sebbene tenessero sott’occhio i rapporti tra Russia e Ucraina da anni.

La città ne ha accolti qualche migliaio in campi attrezzati per la prima accoglienza, il più grande un palazzetto dello sport da circa 800 persone.

Sembrano in buone condizioni generali, gli anziani e i malati cronici hanno più difficoltà a seguire le terapie come sempre accade in queste situazioni. La prevenzione del contagio da Covid-19 è un problema, in una popolazione scarsamente vaccinata e che vive in situazioni di comunità. Stiamo capendo con le autorità come avviare un intervento sanitario con i nostri medici, i nostri infermieri e i mediatori culturali. Il primo passo è registrare EMERGENCY in Moldavia per essere riconosciuti e poter contribuire agli aiuti.

Oggi siamo andati in due posti di confine, a vedere la situazione di arrivo dei profughi. Palanca, il confine più estremo vicino Odessa, è a 170 chilometri dalla capitale, due ore di strada che diventa sterrata all’improvviso Attraversiamo piccoli villaggi, case basse, qualche tetto di paglia. I bambini sono già in strada per andare a scuola. Li vedo con i fiori in mano, Corina, la nostra mediatrice che conosce bene la Moldavia, mi dice che è una tradizione molto sentita: i bambini portano i fiori alle mamme e alle maestre per la giornata della donna. Una cosa bella e delicata a un’ora di strada dalla guerra e dalla paura. Un lampo di luce intensa in mezzo al buio di questo orrendo conflitto poco al di là del confine.

Da una settimana Palanca è uno dei principali punti di arrivo dei profughi della guerra ucraina. Sembra una stazione degli autobus: pulmini, macchine, autobus pronti a portare gratuitamente la gente che arriva a Chisinau o direttamente in Romania Germania e Polonia. Se ne vanno quasi tutti velocemente, ma le autorità hanno attrezzato un piccolo campo di circa 300 persone per le persone che non sanno ancora dove andare o non ce la fanno. Fa male vedere gli anziani che si fermano per non essere di peso alla famiglia, ma la guerra è anche questo.

C’è una grande calma per essere così vicini al confine, per ora. Aspettano tutti di vedere cosa succederà a Odessa. Se verrà attaccata, cambierà tutto.

— Andrea, staff EMERGENCY, dalla Moldavia