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Tornerà ancora e noi lo aspetteremo

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Nella training room del nostro Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale a Sulaimaniya, seduto per terra insieme alla sua mamma, Kayan, 8 anni, fa quello che ogni bambino della sua età farebbe: gioca. Sul pavimento, oltre alle palline di plastica colorate e ai birilli, c’è anche la sua protesi.

“Kayan sta cercando di adattarsi a camminare dopo la modifica che i tecnici del Centro hanno fatto alla sua protesi” – ci spiega Burhan, uno dei fisioterapisti del Centro. “È venuto per la prima volta a Sulaimaniya più di due anni fa, ma ha già cambiato due protesi. Questa volta abbiamo allungato l’altezza della protesi di 1,25 cm perché nel frattempo il bambino è cresciuto” – continua Shadman, coordinatore degli ortotecnici.

Il monitoraggio periodico e i controlli dopo le cure a cui i pazienti del Centro si sottopongono hanno un nome specifico: follow up. Sono fondamentali per i nostri pazienti: con il tempo le protesi possono logorarsi e hanno bisogno di essere modificate per adattarsi ai cambiamenti del corpo umano.

Kayan soffre di una malattia neurologica genetica: è qui perché, quando è nato, il suo piede destro ipotrofico e completamente deformato è stato amputato per permettergli, una volta più grande, di poter camminare.

“Il mio bambino ama giocare con il telefono, guardare la televisione. A volte però, a causa della sua malattia, lo vedo chiudersi in se stesso, nel suo silenzio” – racconta la mamma.

“Non è sempre semplice fare riabilitazione con pazienti molto piccoli come Kayan – aggiunge Burhan – ma cerchiamo di impostare tutto come se fosse un gioco. All’inizio i più piccoli sono spesso spaventati o intimiditi, anche dai nostri camici bianchi. La presenza dei genitori li aiuta a farli sentire a loro agio.”

Dopo i primi momenti di tensione e lacrime, Kayan ha cominciato a sorridere e fidarsi dello staff. I suoi movimenti, dopo gli esercizi, sono sempre più sciolti e decisi. Non rinuncia a correre e sdraiarsi, come tutti i bambini, sul pavimento di moquette. Sembra che la sua protesi non esista. Siamo felici di vederlo sereno e non più spaventato come al suo arrivo.

Kayan continuerà a tornare al Centro e noi lo aspetteremo per il follow up: magari lo vedremo tornare senza la sua mamma, quando diventerà un ragazzo, e poi un uomo.

Buon rientro a casa Kayan!

Il Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale di EMERGENCY a Sulaimaniya, in Iraq, è finanziato da “Aiuti umanitari e protezione civile dell’Unione europea”.