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“School children”. Alunni, scolari, studenti. Bambini.

Stamattina in un quartiere centrale di Kabul, in Afghanistan, le lancette delle undici hanno rintoccato a un volume troppo forte. Un’auto carica di esplosivo è saltata in aria nei pressi del Dipartimento logistico del ministero della Difesa.

Nel nostro ospedale cominciamo a ricevere i feriti.

Sono 38, 22 di loro hanno bisogno di essere ricoverati, gli altri li medichiamo in pronto soccorso, 2 sono morti all’arrivo. Alcuni, fortunatamente, stanno ancora in piedi.

Intanto il numero dei feriti sale a 45. Molti sono bambini. Stavano andando a scuola. “School children”.

Intanto, fuori, le violenze e i combattimenti proseguono: sentiamo gli spari, insieme ad altre esplosioni più piccole che seguono la prima. L’attacco è “ongoing”, ci diciamo. Ancora in corso. Non è finito niente, da quel rintocco troppo forte. Eppure si continua a resistere.

Questo bambino, prima di entrare in ospedale, stringeva ancora a sé i suoi libri e una matita.

Marco Puntin, il nostro Coordinatore del Programma Afghanistan ci racconta cosa è successo

Proseguono gli aggiornamenti dopo una difficile giornata