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“Questo è molto di più di un posto qualunque”

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A un primo sguardo sembra un luogo qualunque questa falegnameria della zona ovest di Sulaimaniya, nel Kurdistan iracheno.
Eppure, a leggere con attenzione la storia di queste quattro mura ingombre di attrezzi, oggi immerse nella penombra e nell’insolita calma di questo giorno, si capisce che questo non è solo il laboratorio dove Taha e Sherwan, da un circa un anno, lavorano porte e finestre.

Sherwan ha 41 anni ed era un soldato. E’ stato ferito da un proiettile durante un conflitto interno fra fazioni politiche opposte nei pressi del villaggio di Qasry e ha subito l’amputazione della gamba sotto il ginocchio. Mentre racconta, Sherwan si interrompe e si scusa: “Mi dispiace per aver combattuto. Per me è difficile anche solo parlarne. Ero un soldato ed eseguivo gli ordini”.

Taha, invece, ha 43 anni ed era uno sminatore. E’ rimasto ferito mentre faceva il suo lavoro in un’area di montagna della regione che conta il più alto numero di mine al mondo. In seguito all’incidente, la sua gamba destra è stata amputata sotto il ginocchio.

Seguendo due strade diverse, entrambe spezzate dalla violenza della guerra, Taha e Sherwan sono arrivati al Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale di EMERGENCY, a Sulaimaniya: qui a entrambi è stata applicata una protesi ed è stata offerta la possibilità di frequentare uno dei corsi di formazione professionale organizzati dal centro perché gli “allievi” possano imparare un mestiere compatibile con la loro disabilità e intraprendere un percorso di reintegrazione sociale sullo sfondo di un paese in cui i programmi di inserimento delle persone disabili sono compromessi da una situazione instabile e da una fragile economia.

Taha e Sheerwan hanno imparato a lavorare il legno e al termine del periodo di formazione hanno ricevuto un sostegno economico per l’apertura di questa falegnameria, che ora, a ben guardare, sembra molto di più di un posto qualunque. Nonostante la cruda realtà di due ordinari drammi di guerra, questo è soprattutto il luogo dal quale Taha e Sherwan hanno ripreso il loro cammino, fra le asperità di una terra lacerata e segnata da profonde ferite, per uscire dal margine e ritrovare, attraverso il lavoro, un posto nel mondo.

— Maria, staff di EMERGENCY, dall’Iraq