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“Questi pacchi sono il mio ‘pezzettino’”

In ognuno dei pacchi che consegniamo con il progetto “Nessuno Escluso” c’è una storia. E c’è anche tanto di noi.
C’è il contatto, il sentirsi partecipi, lottare e sperare insieme che si torni a una vita “normale”.
Qualche volta, c’è anche il “forse ho trovato un lavoretto e magari, la prossima volta, questo aiuto lo portate a chi ha più bisogno”.

Umberto volontario Nessuno Escluso

Abbiamo iniziato in maniera formale, “buongiorno e grazie”. Adesso si parla, ci si sorride e ci si racconta, anche da sotto la mascherina. Non c’è più imbarazzo, si è vicini. Ogni pacco ha una storia e di queste storie conosco i nomi e i volti.

Come quella di C., separata, che continua a dividere il suo pacco con l’ex-compagno.
Quella di V., senza lavoro, “troppo giovane per andare in pensione e troppo anziano per un nuovo lavoro”. È sposato e ha 3 figli. Come dice lui, “il Covid ha scombinato tutti i piani”.

Quelle di R. e di suo figlio, che vivono in 20 metri quadri. Lei è di poche parole, non si lamenta mai. Ma il suo grazie ce lo ripete sempre tante volte, con il figlio che ci strilla “ciao” fino a quando non ci vede uscire dal cancello.

Umberto volontario Nessuno Escluso

Per ogni pacco che consegniamo, le persone ci regalano un pezzettino della loro vita. I pacchi che consegno, invece, sono il mio di pezzettino: perché nessuno sia solo, perché nessuno sia escluso.

— Umberto, volontario del progetto “Nessuno Escluso” a Roma