Non riuscirò mai a perdonarmi
Poche storie mi hanno colpito quanto quelle delle vittime civili che ho incontrato quest’anno a Mosul, in Iraq. Quando ti ritrovi faccia a faccia con una violenza così estrema, che valore può avere una fotografia? Catturare e condividere quei momenti diventa solo un’intrusione?
Penso a Raghad, seduto accanto al letto di suo figlio. Quando passo mi fa un cenno con la testa ma nulla di più.
Poi un giorno si avvicina, mi afferra il braccio e comincia a raccontarmi la sua storia: “Abbiamo cercato riparo rifugiandoci dentro casa, sotto un tavolo, mentre le bombe esplodevano intorno a noi. Ho avuto paura ed è in quel momento che ho deciso di scappare insieme alla mia famiglia. Usciti dalla porta principale, una bomba ci ha colpiti. Ho perso mia moglie, tre figlie e due figli. Mio figlio Abdulah ha perso la vista da un occhio. Solo io sono rimasto illeso. Non riuscirò mai a perdonarmi”.
Ho fotografato suo figlio di fronte a un muro bianco, una benda gli copriva l’occhio. La sua pelle era segnata dall’impatto della bomba, la sua espressione era vuota come quella del padre.
Riuscivo solo a vedere la disperazione e l’orrore di quello che stava accadendo. Fotografavo, preso dalla rabbia, e andando contro la mia etica professionale, ho deciso di mostrare la violenza e lo spargimento di sangue di cui sono stato testimone. Volevo che il mondo vedesse cosa stava succedendo e che vacillasse davanti a quelle immagini, come ho fatto io.
– Giles Duley, fotografo autore di “Iraq: una ferita aperta”
La mostra fotografica IRAQ: una ferita aperta, di Giles Duley per EMERGENCY è visitabile presso Casa EMERGENCY (via Santa Croce 19, Milano) dal 14 al 23 novembre. Un estratto della mostra è visitabile presso La Triennale di Milano fino al 12 novembre.