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Non c’è tempo da perdere

Alle 22.30 della notte del 10 luglio, un paziente arriva al nostro First Aid Post (Posto di primo soccorso) di Andar, nella provincia di Ghazni, a circa 200 km da Kabul. Ha una vecchia ferita, ma averla trascurata gli ha causato delle complicazioni e ora le sue condizioni sono gravi. Poco dopo arriva un altro paziente, ferito alla testa da un proiettile.

Dobbiamo trasferirli entrambi al nostro Centro chirurgico di Kabul, non possiamo aspettare la mattina successiva. Muoversi ad Andar di notte è pericoloso, la strada per Kabul è lunga e piena di insidie. Ma nonostante questo, dopo un rapido confronto tra lo staff, decidiamo di partire lo stesso e affrontare 4 ore di viaggio notturno.

Superata Ghazni, per strada iniziano improvvisamente i combattimenti tra le forze di sicurezza afgane e l’opposizione. La nostra ambulanza viene colpita da diversi proiettili e va fuori uso.

Cerchiamo riparo insieme ai pazienti –  fortunatamente, sia loro che lo staff non sono stati colpiti – poi telefoniamo ai colleghi del FAP di Ghazni: serve subito un’altra ambulanza per soccorrerli e sostituire l’altra, che riesce ad arrivare sul posto. La strada però è troppo pericolosa per potersi muovere e per evitare di essere nuovamente coinvolti negli scontri, dobbiamo aspettare fino alle 6 del mattino per ripartire verso Kabul. Dopo 12 ore di viaggio, finalmente arriviamo al nostro ospedale e i pazienti vengono immediatamente portati in sala operatoria. Non c’è tempo da perdere, dobbiamo salvare la loro vita.

Questo è quello che fanno i nostri FAP in Afghanistan: una rete di 44 presìdi presenti in 11 province del Paese, fondamentale per stabilizzare i feriti e trasferirli nei nostri Centri chirurgici. Si trovano nei luoghi più pericolosi del Paese. Ogni giorno, le ambulanze percorrono migliaia di chilometri per garantire ai feriti di guerra l’accesso gratuito alle cure di cui hanno bisogno.

Solo pochi giorni fa abbiamo inaugurato un nuovo FAP a Mehtarlam, nella provincia di Laghman, a est di Kabul.

Da quando abbiamo aperto il primo Posto di primo soccorso, nel 1999, abbiamo continuato ad ampliare il progetto seguendo l’evoluzione del conflitto. Soltanto dall’inizio del 2018, abbiamo trattato nei FAP 154.970 pazienti, di cui 5.692 riferiti ai nostri tre ospedali.

#laguerraè