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Nessun segno di resa sui loro volti

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“Rayyan e Abdul sono i primi due pazienti che ho incontrato all’Emergency Hospital.

Prima che Mosul diventasse un campo di battaglia, prima che i bombardamenti diventassero quotidiani, prima che i combattimenti per le strade della città diventassero la norma, Rayyan e Abdul, due cugini, avevano l’abitudine di incontrarsi al parco vicino a casa per giocare a calcio. Come tutti i bambini di 11 anni durante un pomeriggio di sole a primavera.

Uno di quei pomeriggi, però, al parco è esplosa una bomba che ha causato a entrambi gravi danni alla colonna vertebrale e sono stati subito ricoverati e curati nel nostro ospedale.

Da allora sono passati oltre tre mesi e i due cugini sono tornati all’Emergency Hospital qualche settimana fa per la fisioterapia. Erano sulla sedia a rotelle, accompagnati dai loro papà, e con loro c’era anche Bakir, uno degli amici che era andato con loro a giocare al parco. Bakir è il più piccolo. A soli nove anni ha subìto l’amputazione di entrambe le gambe, ma nel nostro Centro di riabilitazione di Sulaimaniya ha ricevuto le protesi… e adesso cammina di nuovo.

Rayyan, Abdul, Bakir, un altro bambino e i loro genitori nella sala fisioterapia del Centro di riabilitazione a Sulaimaniya

Quando li ho visti per la prima volta, Rayyan e Abdul erano in due letti uno accanto all’altro. Erano stanchi e spaventati ma sorridevano, forse perché stare insieme dava loro coraggio.

I loro volti sembrano diversi nelle foto che mi ha mandato Attilia, la Coordinatrice Medica di Erbil. Maggiore consapevolezza di quello che hanno perso, tanta forza e infinita resistenza. E non c’è segno di nessuna resa“.

– Rossella, staff di EMERGENCY