Mondragone: riconoscere diritti, per noi, rappresenta l’unica soluzione possibile.
“I disordini di Mondragone che oggi stupiscono tutti sono la conseguenza tangibile dell’invisibilità istituzionale in cui si trovano a vivere migliaia di persone in questo territorio. L’unico modo per far sì che non si creino questo tipo di situazioni è agire prima, garantendo alle diverse categorie di migranti un permesso di soggiorno, un contratto regolare di lavoro, la possibilità di ottenere la residenza e di conseguenza di richiedere un medico di base presso il quale curarsi. Riconoscere diritti, per noi, rappresenta l’unica soluzione possibile.”
Sergio, Coordinatore del nostro ambulatorio nella vicina cittadina di Castel Volturno, ci racconta la situazione a Mondragone, in seguito agli scontri avvenuti attorno alle palazzine ex Cirio, dove è stato individuato un nuovo focolaio di Coronavirus.
La costa Domiziana è una delle zone a più alta presenza di migranti in Italia. Molti sono spesso disoccupati che faticano a trovare un lavoro anche a causa delle problematiche di un territorio difficile; altri sono invece impiegati nell’edilizia e nell’agricoltura, spesso in condizioni di pesante sfruttamento.
In questi anni abbiamo constatato che l’esclusione di fatto dal Servizio Sanitario Nazionale, provocata dalla mancanza di un regolare contratto di lavoro e quindi dall’impossibilità di ottenere la residenza, ha compromesso sostanzialmente il diritto alla cura per molti dei migranti comunitari presenti sul territorio.
“Conosciamo quella realtà, in questi anni sono passati dal nostro ambulatorio circa 70 pazienti bulgari di quell’area. Per la maggior parte si trattava di bambini, dato che la regione Campania non permette ai figli dei cittadini della Comunità Europea non residenti in questi comuni di ottenere un pediatra di libera scelta. Anche per questo diciamo che, in un contesto di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo, garantire un medico di base è nell’interesse di tutti perché rappresenta il mezzo più efficace per tutelare la salute pubblica”.