Mokhtar, che ha vissuto la guerra sulla propria pelle
Mokhtar arriva in pronto soccorso dell’Emergency Hospital con una scheggia nel torace e una maniglia nella tasca. Ha 70 anni e la guerra l’ha vissuta sulla propria pelle: ha perso un figlio, la cognata e due dei suoi cinque nipoti. Non esce mai dalla sua casa di Mosul, ci racconta il nipote, “è l’unico posto dove si sente al sicuro”.
Ma quando la maniglia della porta di casa si rompe, Mokhtar deve uscire per comprarne una nuova. Al bazar incontra un amico, si ferma a fare due chiacchiere poi riprende la strada di casa con la nuova maniglia in tasca. A casa, però, non ci arriverà: un drone di Daesh sgancia un ordigno che esplode a pochi metri da lui.
La scheggia entra sotto la clavicola. Lui cade a terra. L’amico appena incrociato assiste alla scena e chiama il nipote. “Non usciva mai. L’unico posto dove si sente al sicuro è casa sua”. A casa sua Mokhtar tornerà, ma è ancora presto per sapere quando.