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Mediterraneo Centrale: la seconda missione della Life Support

19 febbraio – Lo sbarco a Civitavecchia

Nel porto di Civitavecchia sono state effettuate le operazioni di sbarco delle 156 persone soccorse. Tra di loro, due donne (di cui una madre di tre bambini tra i 7 e i 10 anni) e 28 minori non accompagnati. Sono scesi dalla nostra nave in buone condizioni di salute generali.

I Paesi di provenienza delle persone tratte in salvo sono Bangladesh, Pakistan, Sudan, Eritrea, Egitto, Gambia, Chad, Camerun, Senegal Mali, Nigeria, Costa d’Avorio e Guinea Konakri.

18 febbraio – Un aggiornamento dalla nostra infermiera Eliza

“Un ragazzo ha perso i denti durante la prigionia. Non riesce ad aprire la mandibola: è completamente deformata dalle torture che ha subito.” È solo una delle storie dei pazienti che stiamo curando nel nostro Ambulatorio a bordo. Guarda il video con l’aggiornamento di Eliza, parte del team sanitario della Life Support.

17 febbraio – “Sui corpi evidenti segni di violenza e torture”

I naufraghi soccorsi in questa missione riportano segni di violenza e torture sui loro corpi: segni inequivocabili dell’inferno che hanno sofferto durante la loro permanenza in Libia.

Ascolta questo audio che ci ha inviato il nostro collega Emanuele:

16 febbraio – I nostri team soccorrono 156 naufraghi

Tra la notte e le prime ore del giorno, la Life Support ha tratto in salvo 156 persone, da due diverse imbarcazioni in difficoltà che si trovavano in condizioni precarie in acque internazionali. In queste ore, stiamo monitorando le loro condizioni e assicurando cure a chi ha bisogno.

Leggi il racconto dei salvataggi effettuati e le testimonianze dello staff >

EMERGENCY denuncia intimidazioni durante attività SAR

La sera del 14 febbraio alle ore 21, la Life Support è stata avvicinata da un mezzo veloce che ha effettuato manovre azzardate e intimidatorie senza identificarsi e senza dare alcun tipo di comunicazione, nonostante la Life Support abbia chiesto ripetutamente un contatto radio.

La Life Support stava effettuando da domenica attività di ricerca e soccorso al di fuori dalle acque territoriali libiche, dopo averne informato sia le autorità italiane sia le autorità libiche e senza aver ricevuto nessun coordinamento.

EMERGENCY ha scoperto ieri che il mezzo in questione apparteneva alle SSA (Stability Support Apparatus, un organismo dipendente dal ministero dell’Interno libico).

Denunciamo le intimidazioni ricevute e le manovre azzardate nei nostri confronti da parte di un mezzo che appartiene a forze di sicurezza libiche.

Confermiamo che la nostra nave si trovava a oltre 25 miglia nautiche dalla costa libica, quindi a debita distanza delle acque territoriali che terminano a 12 miglia, come riscontrabile dagli apparati di navigazione presenti a bordo.

Il nostro mandato è e rimane soccorrere vite in mare, un bisogno confermato anche dai naufragi avvenuti in questi giorni.

15 febbraio – Il nostro commento dopo il via libera della Camera al Decreto Ong

12 febbraio – Un aggiornamento dalla Life Support

Emanuele Nannini, Project Coordinator Life Support, ci ha inviato un video per aggiornarci sulle esercitazioni effettuate da staff ed equipaggio.

9 febbraio – La partenza

Giovedì 9 febbraio la Life Support di EMERGENCY è salpata dal porto di Livorno per la sua seconda missione in mare.

Siamo pronti a salvare vite, sulla rotta migratoria più pericolosa al mondo. Perché non c’è decreto o legge che possa negare la speranza a un essere umano di cercare un futuro migliore.

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