Mai avrei pensato di ritrovarmi su un treno con il nodo alla gola e gli occhi lucidi
Avevamo già raccontato le tante emozioni che abbiamo provato quest’estate durante la prima edizione dei campi estivi di EMERGENCY.
Abbiamo cercato di trasmettervi la felicità dei bambini che hanno partecipato alle attività del nostro Ludovan e condiviso le riflessioni di chi, nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma, lavora per portare assistenza infermieristica e psicologica.
Qualche giorno dopo la fine di questa bella esperienza abbiamo ricevuto questo messaggio da una nostra giovane volontaria che non può che riempirci di gioia:
“Ho deciso di far parte di EMERGENCY perché avevo bisogno di impegnarmi in qualcosa che mi potesse rendere felice. Ma non avrei mai pensato di ritrovarmi su un treno con il nodo alla gola e gli occhi lucidi, dopo aver salutato i volontari e lo staff di EMERGENCY.
Nella mente cominciano a scorrere le immagini più belle e significative di questo campo estivo: i bambini di Muccia, i paesi distrutti dal terremoto, ma anche le serate a chiacchierare, i momenti di formazione e quelle “E” stampate sulle nostre magliette bianche e rosse che ci facevano sentire parte di qualcosa di bello, e importante.
I pomeriggi, con il Ludovan, camper allestito ad hoc e dedicato al divertimento dei più piccoli, erano all’insegna dei giochi, dei disegni e dei palloncini. Durante le attività, i genitori dei bambini di Muccia venivano da noi dicendoci: “Grazie, perché siete rimasti quando gli altri se ne sono andati.” Anche i bambini, prima di andarsene, dopo averci riempito di abbracci, ci chiedevano se saremmo tornati anche il giorno dopo.
Una volta arrivati a casa, la sera, insieme agli altri partecipanti, ci raccontavamo le impressioni della giornata… Andavamo a letto contenti, consapevoli di aver portato un po’ di sorrisi dove tre anni fa la terra ha cominciato a provocare lacrime e disperazione.
Oltre a Muccia, abbiamo visitato anche altri territori della provincia di Macerata: Tolentino, Caldarola, Camerino, Pieve Torina. Più che paesi, deserti. Accomunati tutti da un silenzio assordante, che ti fa mancare il fiato.
È Stefania, volontaria di EMERGENCY del Gruppo di Fermo, a spiegarmi la situazione che si vive in queste zone: “insostenibile” – mi dice. Mentre le “casette” cadono a pezzi, le persone stipate in queste nuove zone residenziali non hanno diritto alla propria privacy per gli spazi ristretti e tra loro ci sono anche persone molto fragili.
Dalle parole di Giovanna, psicologa-psicoterapeuta e Teresa, infermiera, del Progetto Sisma di EMERGENCY nel maceratese capisco che i traumi causati da ciò che è successo tempo fa continuano a riaffiorare.
Mi spiegano come si opera in contesti come questo, di quanto le persone abbiano sempre più bisogno di qualcuno con cui parlare per sentirsi meno sole.
Durante il viaggio di ritorno in treno, penso a quanto sia stato tutto stupendo, ma anche drammatico. Ora che torno nel mio paesino, come quelli che ho visitato in Centro Italia mi sento cambiata: ho visto tanto e tanto avrò da raccontare.
Sento di dover dire “grazie”, davvero a tutti… Grazie allo staff di EMERGENCY: Federica, Edoardo, Franca, Mario e Andrea per avermi accolta, ascoltata e per avermi insegnato cose che altrove non avrei mai imparato. C’è una cosa che accomuna tutti loro e che mi è rimasta impressa: quando parlano di EMERGENCY, si illuminano gli occhi, come se fosse una delle cose più belle che hanno incontrato nel percorso della vita. Grazie anche ai miei compagni di viaggio Valeria e Francesco. Le avventure che abbiamo vissuto in questi giorni non sarebbero state le stesse se non le avessimo vissute insieme.
EMERGENCY è anche questo: gli occhi lucidi su un treno che mi riporta a casa, con la voglia di fare sempre di più.”
— Sofia, 18 anni, volontaria di EMERGENCY
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