La medicina è fatta di “qualcosa in più”
“Erano circa le 4 del mattino e Gift cominciava a essere preoccupata. Il suo respiro era affannoso. Sapeva che di lì a poco l’avremmo dovuta trasferire in sala operatoria per curare la sua cardiopatia reumatica, che dall’Uganda l’aveva condotta al nostro ospedale a Khartoum. Mi ricordo ancora i suoi orecchini a forma di stella, mentre cercavo – con qualche carezza – di rassicurarla.
Quando sono tornato a trovarla in reparto dopo l’operazione, Gift stava sorridendo.
Credetemi, a volte un sorriso può dimostrarci molte più cose di qualsiasi altro dato clinico: proprio dal suo sorriso ho percepito che Gift si era ripresa. Stava bene. Non parlavamo la stessa lingua… ma il linguaggio del sorriso sa essere universale.
Quando si è ripresa e ha iniziato a camminare, Gift mi ha regalato un palloncino verde. Sopra, aveva disegnato un sorriso e una sagoma di ragazzo. Ecco, quel regalo mi ha reso orgoglioso. Come persona, prima ancora che come medico.
Grazie a Gift e al “doppio dono” che mi ha fatto (il suo nome, forse, non è solo un caso), ho avuto la conferma che la medicina non è fatta solo di numeri, statistiche, diagnosi. È fatta anche di qualcosa in più. E quel “qualcosa in più”, io lo chiamo “EMPATIA”.
Alessandro, cardiologo del Centro Salam di EMERGENCY in Sudan
#GiornataMondialedelCuore #WorldHeartDay
La testimonianza di Alessandro è stata raccolta in un periodo precedente all’inizio dell’epidemia globale da Covid-19 e all’adeguamento delle nostre strutture alle regole previste per il distanziamento sociale e l’adozione di dispositivi di protezione individuale.