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Kabul, una città sempre più insicura

“Kabul è una città estremamente insicura”, racconta Dejan, coordinatore del Programma Afghanistan. “Ogni giorno riceviamo feriti: da pallottola o per un’esplosione, poco conta. Ogni giorno sappiamo che qualcuno in città pagherà il prezzo per questa guerra insensata. Questa città, questo Paese non hanno pace”.

Anche questa mattina Kabul è stata colpita dall’ennesimo attentato: dopo una forte esplosione vicino a una moschea sciita, affollatissima per la preghiera del venerdì, alcuni uomini armati sono entrati nell’edificio e lo scontro a fuoco è durato per ore.

Finora al nostro Centro chirurgico sono stati portati 27 feriti. Per quattro donne non abbiamo potuto fare niente perché erano già morte all’arrivo.

Secondo l’ultimo rapporto di UNAMA, la missione delle Nazioni Unite in Afghanistan, nel corso del primo semestre 2017 sono stati uccisi 1.662 civili e 3.581 sono stati feriti. Nella sola Kabul si contano 986 tra morti o feriti con un incremento del 59% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Questo è il “Paese sicuro” nel quale molti stati europei stanno rimpatriando donne, uomini e bambini in seguito agli accordi tra Unione Europea e Afghanistan dello scorso ottobre. Chiudere gli occhi di fronte alle condizioni di un Paese devastato dalla più lunga guerra dei nostri giorni è irresponsabile, oltre che disumano.