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Incidenti stradali, le mass casualty della Sierra Leone

Quando vi raccontiamo di afflussi massicci di pazienti in poco tempo, di solito, si tratta di eventi associati alla guerra. Notizie che arrivano dall’Afghanistan, per esempio. Ma di mass casualty ne vediamo anche in altri dei paesi in cui lavoriamo: questa volta succede in Sierra Leone.

Marco, chirurgo di EMERGENCY in Sierra Leone, al lavoro in pronto soccorso insieme allo staff

A causarle, lì, sono spesso incidenti stradali. I servizi di trasporto in Africa sono molto diversi da quelli a cui siamo abituati. Se abitate in Sierra Leone e dovete prendere un mezzo di trasporto avete tre possibilità: ci sono le okada, delle rumorose moto-taxi che sfrecciano nel traffico cittadino e permettono di raggiungere velocemente anche i luoghi più difficili; ci sono i poda-poda, dei colorati minivan che a guardarli ci si chiede come facciano ancora a funzionare; e infine ci sono gli autobus del trasporto pubblico locale. I mezzi sovraccarichi di persone, le strade dissestate e mantenute male, i regolamenti sulla sicurezza inesistenti li rendono dei potenziali pericoli. Molte persone ogni anno perdono la vita così; eppure in tanti casi le ferite sarebbero curabili se l’accesso alle cure fosse più facile.

Sta anche in questo il senso dei nostri Posti di primo soccorso: strutture in grado di garantire assistenza sanitaria continuativa sul territorio. Lì il nostro staff è pronto a ogni evenienza, anche a rispondere a una mass casualty. Come è successo qualche giorno fa, quando a Waterloo sono arrivati più di 40 feriti in 20 minuti: erano a bordo di un autobus che è uscito di strada e finito in un fosso.

Il progetto è co-finanziato dall’Unione Europea – Delegazione UE in Sierra Leone