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In viaggio verso la Moldavia, il racconto di questi mesi 

A Balti, in Moldavia, il Politruck, offre assistenza sanitaria di base e supporto psicologico per coloro che sono fuggiti dall’Ucraina e dall’orrore dell’ennesima guerra. Il nostro collega Andrea Bellardinelli ci racconta il percorso di questo progetto dalla missione valutativa all’inizio delle attività e alla loro evoluzione. 

In viaggio verso Balti 

Non avrei mai immaginato di apprezzare così tanto una zuppa di lenticchie in una delle situazioni più tragiche di questo tempo contemporaneo. 

Era il 6 marzo ed eravamo a Siret, uno dei confini a nord est della Romania, con il team di EMERGENCY per la missione valutativa in seguito allo scoppio del confitto in Ucraina. Un piccolo point of entry, con tante organizzazioni e associazioni umanitarie, centinaia di profughi ucraini in fuga silenziosa con i loro trolley. Il freddo toglieva colore e logica ai nostri pensieri e il cibo caldo offerto da un’organizzazione umanitaria turca avrebbe ristorato anche noi: qualche parola in italiano e un grande sorriso del cuoco ci hanno permesso di apprezzare quella zuppa bollente e ristoratrice ancora di più, in mezzo a quella gelida tristezza. 

Da Siret a Balti , in Moldavia, sono passati pochi giorni. Il ministero della Sanità moldavo ci ha subito illustrato il loro programma: la “fase 1”, dedicata all’assistenza dei profughi, e la “fase 2”, concentrata sull’eventuale arrivo dei feriti di guerra presumibilmente da sud, nella zona di Odessa, dove si temeva sarebbero arrivati i combattimenti. 

Ci era stato chiesto di offrire supporto sanitario nei centri di accoglienza di Chisinau, poi invece ci hanno chiesto di andare a Balti – la cittadina più importante a nord ovest della capitale – per rafforzare la risposta umanitaria ai confini nord della Moldavia. Se a Odessa dovessero intensificarsi gli scontri è verosimile che non si riuscirà più a entrare nel Paese da sud e quindi si deve, giocoforza, andare verso nord. 

Così, a Balti, abbiamo dislocato il Politruck – un vero a proprio camion riadattato ad Ambulatorio mobile – e attivato un team composto da medico, psicologo, infermiere, mediatore culturale e logisti. 

Le attività del Politruck 

Il Politruck è attivo dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 16, davanti al centro di accoglienza più importante della città, l’Hotel Balti, e offre assistenza socio-sanitaria ai profughi ucraini.

I nostri pazienti sono anziani, donne e bambini e ormai si è sparsa la voce anche tra i tanti ucraini che hanno trovato alloggio in B&B, hotel o case in affitto, che quel “bus rosso” è un luogo sicuro, dove possono trovare una prima risposta sanitaria ed essere orientati verso le strutture già presenti a Balti. Visitiamo persone con malattie croniche, che hanno lasciato il loro piano terapeutico a casa, perché sono dovute scappare e poi ci sono tanti bambini con patologie “di stagione”. La costante che accomuna tutti è il forte stato depressivo e di stress che solo l’orrore senza logica della guerra può lasciarti addosso. 

La situazione dei profughi ucraini

Le autorità moldave, molto collaborative, si sono attrezzate con grande spirito di solidarietà e, pur essendo il loro uno dei Paesi più poveri d’Europa, stanno tenendo fede con dignità e professionalità al mandato universale del sostegno a chi fugge e si trova senza più una casa, perché bombardata, e spesso senza una meta.  

Chi ne ha la possibilità cerca di raggiungere l’Unione Europea, chi non riesce si ferma sperando che tutto finisca presto. La Moldavia, che ha poco più di due milioni e mezzo di abitanti, ha visto un flusso di oltre 500 mila profughi. 

I profughi aspettano di vedere cosa accadrà e ci chiedono quando potranno tornare in Ucraina: una domanda che genera dolore perché la risposta non c’è e allora cercano di trovare la forza di continuare a prendersi cura di sé e andare avanti. I nostri operatori, grazie anche al prezioso lavoro degli interpreti locali, provano ogni giorno a trasmettere speranza, curando le persone e ascoltandole. 

Questo è un estratto dell’articolo pubblicato sulla rivista trimestrale EMERGENCY di giugno