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Il primo sbarco ad Augusta

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“Ci ho messo più di un anno per arrivare in Libia”. K. ha 20 anni e arriva dalla Sierra Leone. Rimasto orfano quando ancora era un bambino, ha vissuto per anni in condizioni di povertà. Per questo, quando ne ha avuto la possibilità, si è messo in viaggio sperando in una vita migliore.

“In Libia ho trascorso 4 mesi lavorando come autista. Un giorno, rientrando dal lavoro, sono stato fermato per strada da una banda di uomini armati. Mi hanno picchiato e derubato di tutto il denaro che avevo. Al momento, il pericolo maggiore in Libia è proprio questo – racconta K. – essere picchiati e derubati da bande armate. In Libia c’è una grande instabilità e i criminali ne traggono profitto, soprattutto ai danni di persone che come me provengono dall’Africa subsahariana”.

Questa mattina il Responder, la nave su cui il nostro team sta prestando assistenza sanitaria, è arrivato al porto commerciale di Augusta, in Sicilia. Un altro nostro team li aspettava in banchina per prendere in consegna i pazienti in condizioni più critiche. Dalla nave sono sbarcati 387 migranti, 9 bambini e 57 donne, di cui 3 incinte. K. era tra loro.