“I suoi occhi erano ancora pieni di terrore”
Ieri sera il nostro staff a bordo di Open Arms ha partecipato al soccorso di 83 persone. Erano lì, stipate su una barca di legno alla deriva in mezzo al Mediterraneo. Tra loro, una quindicina di minori e 4 donne.
Gli scafisti li avevano scortati fino al mattino, per poi abbandonarli in mezzo al mare. La #OpenArms li ha intercettati e soccorsi ieri sera e ora sono al sicuro, dopo essere stati visitati dal nostro staff a bordo. Leggi il comunicato stampa: https://t.co/8VKlbTDVPM pic.twitter.com/kYrBklwdQD
— EMERGENCY (@emergency_ong) September 9, 2020
Erano partiti la notte precedente dalla Libia e sono stati abbandonati, qualche ora dopo, dagli scafisti. Soli e senza rotta.
Delle 4 donne che ospitiamo a bordo, 2 sono incinte. Una di loro, solo al primo mese di gravidanza, viaggia insieme al marito. L’altra ha 18 anni, è arrivata da sola.
“Mentre le facevamo l’ecografia nell’infermeria della nave, le abbiamo chiesto se voleva dirci qualcosa in più di lei. Quello che ci ha raccontato è davvero drammatico” ci racconta Eleonora, la nostra infermiera su Open Arms.
F., Somala, è rimasta bloccata per un anno intero in Libia prima di potersi imbarcare. Una sera, un uomo che collaborava con i suoi carcerieri le ha puntato una pistola alla tempia e l’ha violentata.
“Quando le abbiamo detto che le condizioni del bambino che porta in grembo erano buone, F. ci ha guardato e i suoi occhi erano ancora pieni di terrore“.
Quanto coraggio e forza serviranno a questa donna così giovane per guardare avanti e dimenticare un’esperienza così disumana?
Ogni singola vita, ogni singola storia, meritano di essere salvate. Sempre.
Perché è la cosa giusta da fare.
Salviamo Vite. Nessuno Escluso.
Siamo tornati in mare perché c’è un bisogno urgente di soccorrere chi fugge da violenza e povertà a costo di mettere a rischio la propria vita.