Garantire un futuro a chi rischia di non averlo
“Bakir stava giocando a calcio insieme a Rayyan e altri amici quando un missile li ha colpiti. Alcuni di loro sono rimasti paralizzati, a mio figlio hanno dovuto amputare entrambe le gambe per le ferite riportate”. Mentre suo papà mi racconta questa storia, Bakir scoppia a piangere: forse perché sa che non potrà più giocare a calcio con i suoi amici, forse perché il ricordo di ciò che è successo è ancora troppo fresco e doloroso.
L’ho conosciuto al Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale di Sulaimaniya: qui gli abbiamo costruito e applicato le protesi, qui sta seguendo la riabilitazione. Qualche giorno fa, sotto gli occhi orgogliosi di suo papà, è riuscito per la prima volta a camminare senza appoggiarsi alle sbarre.
Anche nei prossimi anni continueremo a fornirgli assistenza: le protesi di Bakir dovranno adattarsi alla sua crescita, essere modificate, sostituite. Sarà sempre tutto gratuito, per lui e per la sua famiglia.
Alla fine, penso, è questa una delle ragioni per cui lavoriamo in Iraq: per cercare di garantire un futuro a ragazzi come Bakir che, per colpa della guerra, rischiano di non averne uno. Per aiutarlo a imparare a camminare con le sue nuove gambe e magari, un giorno, vederlo giocare di nuovo a calcio.
— Antonio, Grant Manager in Iraq