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Effetto di saturazione

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1 luglio 2017. “Incendio nella tendopoli di San Ferdinando a Rosarno. Un ferito grave”.
27 gennaio 2018. “Rosarno, incendio nella tendopoli per migranti di San Ferdinando. Muore una donna”.

Sono stata in quella tendopoli qualche settimana fa, insieme ai mediatori culturali di EMERGENCY. Con loro ho seguito il percorso della nostra navetta che, due volte al giorno, fa il giro tra i campi dove lavorano i migranti e accompagna tutti coloro che ne hanno bisogno al Poliambulatorio di Polistena. Non è l’unico accampamento di fortuna della Piana di Gioia Tauro. Le condizioni però sono comuni: disumane, degradanti e indegne per qualsiasi essere umano.

Se ne parla una volta ogni sei mesi: deve scoppiare un incendio o deve morire qualcuno per fare notizia. Due giorni di indignazione e poi tutto tace di nuovo. È un ciclo vizioso che non cambia. Quando la notizia scompare dai riflettori mediatici, ci crediamo assolti. Quando il brusìo sui giornali termina, ci dimentichiamo che in realtà siamo tutti coinvolti. Andrea Camilleri diceva “dopo un poco la gente comincia a rompersi le palle: «ma quanto la stanno facendo lunga!». Effetto di saturazione, fa sì che nessuno voglia più sentire parlare di quello scandalo”.

E allora non serve neanche più raccontare i dettagli di posti come la tendopoli, perché ormai abbiamo cambiato canale. Non ne vogliamo più sentire parlare. Nel mentre però accade che, a luci spente, “i migranti” si ricostruiscono un riparo dove vivere e tornano nei campi a lavorare. Lo fanno a testa alta, in silenzio, ma soprattutto con dignità. Quella dignità che viene loro negata da ogni parte e che forse, senza accorgercene, sta lentamente sbriciolando la nostra.

— Caterina, staff di EMERGENCY