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Ecco, questa è Kabul…

“Ciao, come stai? Di solito scrivo poco, ma ieri sera, dopo l’ennesima esplosione in città, due cose mi hanno colpito.

Mentre stavamo ricevendo i primi pazienti, un infermiere era al telefono con suo padre per sapere dove si trovava e se stava bene: non deve essere facile sentire il boato e immaginare che tuo padre, tua sorella, un amico potrebbero essere lì e tu potresti non vederli più.

Poi mi sono affacciata in sala operatoria. Azim, il nostro chirurgo, ha alzato la testa, mi ha guardata e mi ha detto: ‘Ogni giorno così: non ne posso più’. Ecco, questa è Kabul…

Un abbraccio, Giorgia.”

Un abbraccio a te, Giorgia, e a tutto lo staff dell’ospedale di Kabul.

#laguerraè