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“È un bene che ci siate voi”

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Sana’a, interno giorno, una sala congressi pulita e un po’ retrò.

In piedi, c’è lei, Rasha. Mentre Michela spiega puntando il laser sul megaschermo, lei ascolta, prende appunti brevi sul suo notes per non scordarsi nessun passaggio.

Quando Michela si ferma lei si gira verso la platea, un attimo di silenzio, poi comincia. Traduce alla platea quello che Michela ha appena spiegato… ma Rasha non traduce soltanto.

Nei dieci giorni trascorsi con noi prima che i corsi abbiano avuto inizio, Rasha ha studiato molto, si è messa in gioco, ha voluto capire le materie del corso prima ancora delle parole, ha fatto suoi i concetti senza fermarsi al linguaggio.

E allora adesso non traduce soltanto.

Mentre spiega alla classe pezzo per pezzo quello che diciamo, enfatizza con la voce e coi suoi gesti misurati i passaggi importanti, fa pause studiate per aspettare chi prende appunti, pone domande per essere sicura che tutti abbiano capito.

Non è solo un’interprete, è un’infermiera che fa formazione, insieme a noi.

Alla fine del corso scambiano qualche parola.

Rasha lavora in terapia intensiva ad Hajjah.

Credo sia il lavoro più bello del mondo, ma è diventato difficile farlo qui. Fino a qualche tempo fa nell’ospedale pubblico lo stipendio era di 100 dollari al mese. Poi sono diventati 50 e per sopravvivere abbiamo dovuto cercare altri lavori, in altri ospedali.

Da qualche mese non veniamo più pagati, siamo come volontari.

Diversi anni fa qui in Yemen c’erano buoni ospedali, molti medici e infermieri hanno avuto la possibilità di studiare all’estero e investire qui le loro competenze, la qualità delle cure e dell’università era buona.

Con la guerra le cose sono cambiate: risorse, studio, attrezzature, tutto è andato rallentando, fin quasi a fermarsi. Guardati intorno.”

Mi indica gli scaffali, la biblioteca.

La stanza di questo centro di formazione è piena di libri, manuali, manichini impolverati.

La ragazza che vedi seduta alla scrivania si chiama Fouzia, era docente del corso di rianimazione cardio-polmonare per gli studenti dell’università. Adesso è lì, che aspetta.

Corsi come quello di oggi se ne facevano. Ora non se ne fanno da anni. È un bene che ci siate voi.

– Roberto, infermiere di EMERGENCY, dallo Yemen

EMERGENCY IN YEMEN

Da fine maggio 2021, un team composto da personale sanitario di EMERGENCY è impegnato in corsi di formazione in assistenza traumatologica pre-ospedaliera (Pre-hospital Trauma Care) rivolti a operatori sanitari e personale sanitario specializzato locale. I corsi si svolgono in diversi governatorati del Paese.

Nel governatorato di Hajjah in particolare, tra i più colpiti dai combattimenti e tra i più instabili e insicuri di tutto lo Yemen, un altro team di EMERGENCY sta seguendo i lavori di ristrutturazione di un edificio che trasformeremo in un Centro chirurgico per vittime di guerra: un nuovo ospedale dove offriremo gratuitamente cure chirurgiche e traumatologiche, comprese le cure post-operatorie e riabilitazione alle vittime di una delle crisi umanitarie più gravi del mondo.